“C’era una volta L’Aquila. Anzi, c’è ancora”

2032

Tradimalt ed FBM organizzano il convegno “Prodotti, sistemi e dettagli di posa per costruire a regola d’arte con i laterizi”

C’era una volta L’Aquila… Anzi, c’è ancora, ed a giudicare dal fermento che genera la sua ricostruzione, tornerà a volare.
Ricordiamo che L’Aquila è una città storica e fiera nata nel 1229, quando gli abitanti dei castelli del territorio della Conca aquilana decidono di ribellarsi alle vessazioni dei baroni feudali.
Rivoltisi a papa Gregorio IX, ottengono, l’anno successivo, il permesso di Federico II per la costruzione di una nuova città. Di questo permesso è rimasta testimonianza nel Diploma di Federico II, un documento conservato in duplice copia negli archivi cittadini, in cui si esortano i castelli degli antichi contadi di Amiternum e Forcona a unirsi per formare un unico centro.

Le vicende della fondazione dell’Aquila sono raccontate dagli storici aquilani Buccio di Ranallo da Poppleto (autore di una “Cronica” rimata che narra la storia della città dal 1254 fino al 1362, l’anno precedente la sua stessa morte) e Anton Ludovico Antinori, che ne scrisse dettagliatamente accludendo riferimenti documentari. Controverse sono le notizie riguardanti il numero dei castelli che contribuirono alla fondazione: la tradizione vuole che siano stati novantanove, ma è più probabile che il numero effettivo si aggirasse intorno alla sessantina. A ricordo della fondazione, la campana della Torre Civica (la Reatinella) batte ancora oggi 99 rintocchi ed il primo grande monumento della città, la fontana delle 99 cannelle, sembra contribuire all’alimentazione di questa leggenda.

La città venne chiamata Aquila dal toponimo del luogo in cui fu fondata (Accula) e perché il nome richiamava l’insegna degli Hohenstaufen (un’aquila, appunto). Successivamente divenne Aquila degli Abruzzi e infine, nel 1939, per decreto del Ministero dell’Interno, prese il nome odierno di L’Aquila.
L’Aquila è una città unica nel Medioevo italiano, essendo nata secondo un disegno armonico senza precedenti nella storia dell’architettura urbana (un caso simile, nel 1703, fu la nascita di San Pietroburgo). Costituita dall’unione di molti villaggi, è suddivisa in piccoli quartieri (generalmente una piazza, una chiesa e una fontana), ognuno dei quali rimanda al villaggio-madre.

La Porta Santa gestita da un podestà e da un libero consiglio, ebbe organizzazione autonoma e propri statuti. Contribuirono all’ascesa dell’Aquila la posizione strategica e la crescente importanza in ambito religioso, suggellata dal trasferimento della sede vescovile da Forcona all’Aquila nel 1257 ad opera di papa Alessandro IV.

Nel 1249, colpevole di essere rimasta fedele alla Chiesa nella contesa tra papato ed impero, fu punita e rasa al suolo da Manfredi. Venne ricostruita nel 1265 per mano di Carlo I d’Angiò, chiamato in soccorso dell’Italia e della Chiesa, minacciata dagli Svevi e dalle incursioni dei saraceni, dal Papa francese Jacques Pantaleon de Troyes, eletto al soglio pontificio, a Viterbo, con il nome di Urbano IV. La città dell’Aquila riconoscente, si sottomise spontaneamente al nuovo conquistatore, riacquistando prestigio e preminenza.

Il 9 settembre del 1349, il 26 novembre 1461 ed il 2 febbraio del 1703 L’Aquila ha già subito altrettante distruzioni a causa dei terremoti: la città è sempre stata ricostruita lì dov’era. Nello stemma della città appare infatti un’aquila da cui deriva il nome e lateralmente appare la scritta “Immota manet”: dov’è stata costruita L’Aquila rimane.

L’11 dicembre 2014 la Tradimalt spa ha tenuto un seminario, in seno all’incontro formativo “Prodotti, sistemi e dettagli di posa per costruire a regola d’arte con i laterizi”, proprio a L’Aquila, in collaborazione con la FBM, Fornaci Briziarelli Marsciano spa, azienda con una tradizione centenaria, primaria società del settore dell’edilizia.

L’evento, organizzato presso lo splendido relais Maggione Papale dalla Coedil 99 srl, nota azienda di distribuzione del territorio, ha visto dopo i saluti di rito, ai numerosi convenuti, officiati dal padrone di casa Geom. Lamberto Scimia (Coedil99 Srl), la spiegazione da parte dell’ ing. Rocco Di Palma (FBM Spa) del solaio bidirezionale Ortosap® e sistema di ancoraggio delle tamponature.
A seguire l’arch. Fabio Zoppetti (FBM Spa) ha parlato delle coperture: sistema «tetto ventilato».

L’ing. Giuseppe Coniglio (AD di Tradimalt spa) ha brevemente illustrato la storia, oramai ultradecennale, della sua azienda di successo siciliana, sottolineando le “mile stones” (pietre miliari) ed i traguardi futuri, visti sempre nell’ottica della trasparenza e della qualità. L’accento è caduto sul nuovo impianto produttivo dell’azienda proprio nel territorio aquilano, frutto di un progetto che viene da lontano, e non certo dall’occasione data dalla ben nota tragedia del 2009.
L’ing. Francesco Grungo (Tradimalt spa) ha fatto riflettere i professionisti partecipanti all’evento, trattando l’argomento “Tamponature: sistema costruttivo, soluzioni biosostenibili e comfort abitativo”.

Nella sua trattazione, che fra l’altro ha visto, in anteprima, la presentazione di due nuovi prodotti della linea Magistra, l’ingegnere ha sottolineato come molte delle scelte operate in ambito di risparmio energetico e quindi di ecologia e comfort abitativo sono spesso frutto di convenzioni e metodi quantomeno discutibili. Le scelte devono essere operate in maniera cosciente ed è quindi necessario siano delle scelte informate. Molto spesso la scarsa informazione e l’abitudine ci precludono delle altrettanto valide vie progettuali alternative. Gli astanti hanno avuto un sussulto allorquando sono stati informati della presenza di ritardante di fiamma HBCD ampiamente usato negli espansi isolanti, vietato a partire dal 21 agosto 2015 dalla Unione Europea e incluso nell’elenco degli inquinanti organici persistenti (POP, Persistent Organic Pollutant) dal Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente. L’ingegnere Grungo ha poi citato Ugo Sasso: “Si fanno delle cose sbagliate solo perché non ci si ferma a pensare sul fatto che siano sbagliate e che comporteranno come conseguenza altre scelte sbagliate o addirittura dannose, per noi e per l’ambiente.”

Magistra, la linea a calce di Tradimalt spa che coniuga la bioarchitettura ed il restauro storico si è arricchita di due nuove malte: un Intonaco Termico ed una Malta da Allettamento realizzati a base di calce NHL e pomici naturali. Prodotti che, utilizzati in connubio con blocchi prestazionali in laterizio porizzati con farina di legno, quali quelli offerti dalla FBM, creano un efficace alternativa all’utilizzo del “petrolio per isolare”.

In più il sistema isola dal freddo e dal caldo, vanta una elevata traspirabilità, è intrinsecamente resistente al fuoco: classe A1, è ecologico ed ha inoltre una modalità d’applicazione molto rapida (applicazione meccanizzata). Così si hanno caratteristiche di isolamento termico, acustico e deumidificanti, consentendo altresì una correzione omogenea dei ponti termici.
La trattazione ha poi dimostrato, con qualche semplice esempio di calcolo, che l’utilizzazione della sinergia del sistema Tradimalt –FBM è efficace soddisfacendo ampliamente i requisiti in tutte le zone climatiche definite dal D.L. 311 2006 ed aggiornamenti.

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