Disegno di legge sull’equo compenso: parte l’iter parlamentare

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Il 4 luglio è cominciato l’iter parlamentare del Disegno di legge 2858 sull’equo compenso delle professioni regolamentate, presentato dal senatore Maurizio Sacconi.

Obiettivo: assicurare che i compensi per ogni prestazione professionale siano commisurati all’attività svolta e ritenere nulle clausole contrattuali che contemplino tariffe inferiori ai minimi stabiliti.

Il Ddl prevede esattamente “un compenso proporzionato alla quantità e alla qualità del lavoro svolto, tenendo conto della natura, del contenuto e delle caratteristiche della prestazione professionale”.

Inoltre stabilisce il dies a quo, a partire dal quale decorre il termine di prescrizione dell’azione di responsabilità professionale nel caso del non corretto esercizio della prestazione individuandolo nel giorno del compimento della stessa da parte del professionista iscritto all’ordine o collegio professionale.

Il Ddl è pensato per arginare le conseguenze della deregolazione tariffaria avviata dal Decreto Bersani che ha indotto le professioni ordinistiche ad una concorrenza sfrenata, con conseguente dequalificazione delle prestazioni.

Il Comitato Unitario Permanente degli Ordini e Collegi Professionali (CUP) ha già dato parere favorevole al Disegno di legge: “ci auspichiamo che con questo testo si possa ritornare al tempo in cui la giusta remunerazione della prestazione professionale era considerata condizione per garantire la qualità, quantità ma soprattutto la dignità del lavoro dei professionisti annullando quei provvedimenti che, in nome del mercato e della logica della concorrenza, avevano eliminato ogni riferimento tariffario” – ha commentato la Presidente Marina Calderone, come pubblica edilportale.com.
“Noi seguiremo attentamente tutti i lavori parlamentari e auspichiamo che sul tema si giunga ad un consenso trasversale tra le varie forze politiche in parlamento, al fine di arrivare all’approvazione del provvedimento entro la conclusione della legislatura”.

Negativo, invece, il giudizio del Coordinamento Libere Associazioni Professionali (CoLAP), che giudica il provvedimento anacronistico e non risolutivo: “se i problemi da risolvere sono i ritardi dei pagamenti o l’insolvenza dei clienti, l’equo compenso (o meglio le tariffe minime travestite da equo compenso) non risolvono nulla, non incidendo affatto sulla problematica e finirebbero per agevolerebbe i professionisti più anziani a discapito dei giovani” – ha sostenuto la Presidente Emiliana Alessandrucci.

“Sarebbe impossibile trovare l’organo che le fissa e quello che le controlla, rischiamo di regolamentare quello che è libero contro tutti gli indirizzi europei. Siamo favorevoli, invece, a trovare una soluzione a parametri minimi fissi limitatamente ai rapporti con la PA eliminando laddove è possibile il minimo ribasso. Le nostre sfide sono: promuovere una maggiore competitività e libertà nelle professioni, favorire politiche attive focalizzate sullo sviluppo delle competenze, di progetti professionali, di innovazione, ma anche lottare e ostacolare chi alza paletti, incentiva oligarchie e tenta di ricondurre il mondo professionale a uno spazio protetto, contrapponendo professionisti che invece lavorando insieme potrebbero contribuire alla ripresa del settore professionale e del Paese. E quando parlo di settore professionale non parlo solo di lavoratori autonomi, ma di professionisti nelle forme più diverse di esplicazione della propria attività”.

 

Foto credit: Luca Galli 

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