Ecobonus: il Governo si impegna a stabilizzarli fino al 2019

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Stabilizzare gli ecobonus per la riqualificazione delle case degli italiani sembra essere la strada che il Governo percorrerà per dare respiro di crescita al settore edile.
Il Senato ha, infatti, approvato il 12 aprile 2016 un testo di indirizzo unitario che impegna il Governo a mantenere l’agevolazione del 65% per il trennio 2017-2019.

A volere questa stabilizzazione dell’incentivo era stato un fronte variegato, con più di una mozione presentata e discussa, così riassunte da qualenergia.it:

– La n. 541 era stata presentata da Galimberti (FI e PdL) con la richiesta in particolare di rendere permanente la detrazione, individuare tipologie di intervento standard e semplificare la disciplina di regolazione delle ESCo;

– una seconda mozione, n. 421 (testo 2), presentata dal senatore Girotto (M5S) e sottoscritta anche da SI-SEL, impegnava il Governo all’estensione fino al 2020 anche attraverso la riduzione annuale o biennale della percentuale; a prevedere una rimodulazione delle tipologie di intervento ammesse e l’obbligo di redazione dell’attestato di prestazione energetica per accedere all’ecobonus e un meccanismo sanzionatorio efficace per le dichiarazioni incongruenti; a favorire lo sviluppo delle industrie di prodotti ad elevato contenuto tecnologico; a supportare le imprese che esportano prodotti e servizi per l’efficienza energetica;

– un’altra mozione, n. 456 (testo 2), presentata da Vaccari (PD), oltre a chiedere la stabilizzazione pluriennale e l’estensione della misura, impegnava a rimodulare i tempi di erogazione dell’incentivo per rendere convenienti anche i microinterventi.

– La mozione n. 547, presentata dal senatore D’Ambrosio Lettieri (CoR) impegnava il Governo a chiarire che nei contratti di prestazione energetica sia implicata l’Iva agevolata al 10%.

– un’altra mozione, n. 553, del Senatore Panizza (Aut) impegnava il Governo a ricomprendere fra gli istituti autonomi case popolari che possono usufruire dell’agevolazione anche gli enti costituiti in forma di società aventi le stesse finalità sociali, a introdurre ulteriori premialità con riferimento al contro termico e ad accorciare i tempi di recupero dell’investimento;

– infine, una mozione illustrata da Consiglio (LN), n. 542, chiedeva tra le altre cose di ridurre il numero di rate annuali per il recupero delle spese, incentivare la realizzazione di sistemi di accumulo a batteria installati negli edifici in abbinamento a impianti alimentati da rinnovabili e infine pubblicizzare il procedimento di accesso all’ecobonus.

Dopo la discussione generale – informa un comunicato del Senato secondo quanto pubblicato da casaeclima.comil vice ministro dell’economia Morando ha affermato di condividere le premesse di tutte le mozioni, ma di non condividere, ad esempio, la proposta di ridurre i tempi del recupero delle spese sostenute che comporterebbe oneri molto gravosi. Morando ha ricordato la valenza fondamentalmente anticiclica della misura dell’ecobonus ma, comprendendo la necessità di un orizzonte temporale più lungo per gli investimenti, ha chiesto a tutti i Gruppi di rinviare ad altra sede impegni attinenti la politica energetica del Paese e di convergere su un unico dispositivo che impegna il Governo a stabilizzare per il triennio 2017-2019 l’agevolazione del 65% per la riqualificazione energetica.

Tutti i gruppi hanno accolto la proposta e hanno conseguentemente modificato le rispettive mozioni. Sembra essere chiaro a tutti, infatti, che le detrazioni fiscali sono state un investimento importante per il Paese: il saldo economico per la fiscalità di ecobonus e detrazioni per le ristrutturazioni edilizie nel periodo 1998-2015 è infatti positivo per 10,5 miliardi.

 

Foto credit: Carlo Armani

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