Riqualificazione urbana: le proposte dell’Ance

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Promuovere la riqualificazione delle città rendendo convenienti le operazioni di demolizione e ricostruzione di edifici obsoleti e fatiscenti, estendendo e prorogando gli incentivi per l’efficienza energetica e detassando i capitali privati delle imprese che investono nello sviluppo delle città. Sono queste alcune delle proposte che arrivano da Ance in occasione del convegno “Verso il futuro. Idee e strategie per governare il cambiamento”, tenutosi il 16 giugno alla Triennale di Milano in occasione delle celebrazioni per i 70 anni dell’Associazione.

Tre sono le leve individuate per la riqualificazione del patrimonio urbano esistente e la trasformazione delle città:

1. Un nuovo approccio per l’utilizzo dei fondi pubblici, integrando e portando a sistema i numerosi programmi di investimento pubblici a livello territoriale, cambiando approccio e ragionando in termini di veri fabbisogni e non di finanziamenti disponibili, evitando logiche di distribuzione pioggia delle risorse e realizzando interventi in grado di migliorare la qualità della vita e far crescere l’attrattività delle città.

2. Fisco come motore della riqualificazione urbana, nell’ottica di premiare la domanda di prodotti nuovi o riqualificati, di elevata qualità energetica, strutturale e architettonica.
In particolare le proposte sono:
• incentivare fiscalmente la sostituzione edilizia estendendo il bonus Irpef per la riqualificazione agli interventi di demolizione e ricostruzione anche in presenza di aumenti volumetrici, purché comportino un miglioramento dell’efficienza energetica dell’edificio;
• prorogare la detrazione Irpef pari al 50% dell’Iva sull’acquisto di abitazioni in classe A o B, per eliminare la disparità di trattamento fiscale tra abitazioni vecchie ed energivore e quelle nuove e più efficienti. Vanno stabilizzati e rimodellati gli incentivi sulla riqualificazione e gli ecobonus, premiando gli interventi che consentono di ottenere i migliori risultati di risparmio energetico;
• detassare i dividendi di chi investe nel capitale di rischio di imprese impegnate in operazioni di rigenerazione delle città;
• ridurre il carico fiscale (imposte di registro e tipo catastali fisse) nelle operazioni di permuta tra gli edifici vecchi e nuovi e nel trasferimento di immobili a imprese che si impegnino a realizzare o riqualificare edifici ad elevati standard energetici.

3. Semplificazione delle procedure e certezza dei tempi, ovvero rendere gli interventi di demolizione e ricostruzione agevoli, diffusi ed economicamente sostenibili e concepire la sostituzione del patrimonio edilizio come strumento ordinario di intervento sul territorio, essenziale nella prospettiva di contenere il consumo di nuovo suolo.
E nello specifico:
• per rendere semplici e convenienti gli interventi di demolizione bisogna superare la rigidità delle disposizioni in tema di altezze, distanze, densità edilizia e prevedere una riduzione degli oneri concessori da versare al Comune;
• consentire che la modifica dei prospetti sia classificata come “ristrutturazione leggera” e determinare i costi di costruzione da versare al Comune in proporzione al miglioramento dell’efficienza energetica degli immobili;
• ripensare l’utilizzo degli immobili in linea con le nuove esigenze dei cittadini, rendendo più flessibili i cambi di destinazione d’uso o eliminando quelle prescrizioni che di fatto li rendono impossibili;
• superare le possibili esclusioni previste dalle regolamentazioni locali per l’esecuzione di interventi di frazionamento/accorpamento delle unità immobiliari.

Avevamo pensato che quello in corso potesse essere l’anno della svolta – è stato il commento del Presidente Ance De Albertis, secondo quanto pubblica l’Ance stessa in un comunicatoe invece i segnali che arrivano sia dal comparto delle infrastrutture che dal mercato privato non sono per nulla confortanti. Proprio per questo dobbiamo guardare ai problemi in modo complessivo. L’ultima legge di stabilità sicuramente ha introdotto alcuni provvedimenti importanti ma servono iniziative di respiro più lungo. Questo vuol dire ridare fiducia al mercato e dare una svolta vera al nostro Paese”.

 

Foto credit: Bruno Cordioli

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