Favorire lo sviluppo del Mezzogiorno, sostenendo le imprese con benefici ad hoc e con condizioni speciali per l’attività aziendale. Questi gli obiettivi delle nuove norme per l’istituzione delle Zone economiche speciali (Zes), inserite in una bozza del nuovo “decreto Mezzogiorno”, su cui il Governo sta lavorando.
Il testo ancora non pubblicato, ma anticipato da Public Policy dovrebbe prevedere che i comuni situati in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia siano protagonisti di progetti di rigenerazione urbana con interventi di demolizione e ricostruzione, anche in deroga agli strumenti urbanistici, e completamento delle infrastrutture.
I programmi dovranno essere attuati con la demolizione e ricostruzione di edifici degradati, il mutamento della destinazione d’uso, la dotazione di infrastrutture viarie, di trasporto e di reti funzionali al miglioramento dei servizi e in tempi relativamente stretti: la bozza ipotizza 180 giorni, ma non si sa ancora se a decorrere dall’approvazione della legge o della stipula di una convenzione con la Regione.
Entro il 31 ottobre poi Regioni, Province, Comuni capoluogo e città metropolitane potranno segnalare al Ministero per la Coesione territoriale le infrastrutture di carattere strategico per lo sviluppo dei territori interessati, il cui grado di avanzamento sia pari almeno all’80% dell’intera opera e il cui completamento abbia subito dei ritardi per complicazioni nell’iter autorizzativo, liti giudiziarie o sequestri.
Potrà essere nominato un commissario delegato che avrà facoltà di convocare una Conferenza d servizi da svolgere con termini dimezzati per accelerare il completamento delle opere, e chiedere il dissequestro nei casi in cui le opere si siano bloccate per sequestri e contenziosi.
Saranno poi istituite le Zone economiche speciali (Zes), ciascuna delle quali dovrà comprendere almeno un’area portuale, quali zone entro le quali saranno praticate condizioni agevolate per lo svolgimento delle attività aziendali.
Foto credit: David Evers