Derinkuyu: la misteriosa città sotterranea della Cappadocia

4836
Vista esterna di Derinkuyu
Foto via My best place

Se in molti conoscono la Cappadocia per i celebri “camini delle fate”, singolari formazioni rocciose a forma di cono, visitate ogni anno (in mongolfiera) da migliaia di turisti, non molti sanno che al di sotto della sua superficie si “affollano” circa 200 città, rimaste letteralmente sepolte fino agli anni ‘60 del secolo scorso.

Tra le più spettacolari c’è senz’ombra di dubbio Derinkuyu, città di oltre 460 km2, strutturata su 18 livelli e dotata di 600 tra ingressi e gallerie di collegamento alle altre città. Un gioiello scoperto per caso nel 1963 da un abitante della zona, che in occasione della ristrutturazione della propria casa-grotta, si accorse che dietro la parete della cantina si snodava una vasta rete di tunnel sotterranei risalenti al 1400 a.C.

Dotata di diverse stanze destinate a funzioni come bagni, abitazioni, stalle, spazi di stoccaggio per cibo e addirittura un pozzo collegato direttamente alla falda sotterranea, si stima che potesse accogliere fino a 20.000 persone, riuscendo a mantenere un’autonomia dall’esterno di circa tre mesi.

Oltre al pozzo per l’approvvigionamento di acqua, anche il sofisticato sistema di ventilazione ha contribuito allo sviluppo iniziale di Derinkuyu. Per prevenire un possibile attacco alla sua fornitura d’aria, la città è stata dotata di più di 50 pozzi di ventilazione che hanno consentito un flusso d’aria naturale tra le numerose case e passaggi.

Com’è nata Derinkuyu

La città è costruita su morbida roccia vulcanica, che ha reso più facile poter scavare le grotte. Si pensa, infatti, che le prime caverne siano state costruite dai Frigi nel VIII-VII secolo a.C. Dopo un lungo periodo, gli abitanti cristiani continuarono ad espandere le grotte in profonde strutture a più livelli, aggiungendo cappelle e iscrizioni.

La città di Derinkuyu era completamente formata in epoca bizantina e, tra il 780 e il 1180 d.C., è stata utilizzata come protezione dagli arabi musulmani durante le guerre arabo-bizantine. Sfruttando una rete di quasi 9 km di tunnel, Derinkuyu era collegata a un’altra città sotterranea, Kaymakli. Proprio per questo, nei secoli, queste case e passaggi sotterranei vennero variamente impiegati come nascondiglio.

Gli scavi successivi alla scoperta della città hanno poi rivelato un complesso multilivello che, oltre alle abitazioni, comprendeva anche cucine, vigneti, scale e torchi per la produzione dell’olio di lino, usato nelle lampade per illuminare la città. Macine, croci di pietra e ceramiche sono poi solo alcuni dei manufatti rinvenuti che hanno effettivamente dimostrato che la Derinkuyu fu abitata nel periodo bizantino fino alla conquista ottomana.

Un mondo sotterraneo, estremamente organizzato, ma ancora da esplorare, capace di catturare la nostra attenzione per la sua straordinaria bellezza e gli incredibili segreti ancora sepolti in esso.

Fonti:

CONDIVIDI

NESSUN COMMENTO

SCRIVI UNA RISPOSTA