Nel cuore del Mediterraneo, un ambizioso progetto sta ridisegnando il futuro di 43 borghi storici tra Sicilia e Calabria. Questa iniziativa, frutto dell’ingegno di due donne visionarie, si propone di rivitalizzare comunità a rischio spopolamento attraverso un approccio innovativo che fonde arte, architettura e sviluppo sostenibile.
Le menti dietro questa rivoluzione culturale sono Carlotta Previti, ex vicesindaca di Messina, e Valentina Marciano, avvocata calabrese esperta in finanziamenti UE. Il loro progetto, presentato l’8 maggio a Roma, si ispira ai principi del Nuovo Bauhaus europeo, un movimento promosso dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. L’obiettivo? Trasformare questi borghi in centri vibranti di creatività e innovazione, collegando il Green Deal europeo alla vita quotidiana dei cittadini tra il 2021 e il 2027.
L’importanza dei borghi
Il piano prevede la riconversione di immobili abbandonati in 40 comuni tra le due regioni e mira a stimolare la creazione di oltre 240 piccole e medie imprese e l’assunzione di più di 4.500 persone, contrastando l’emigrazione massiccia che ha visto tanti giovani lasciare queste terre negli ultimi due decenni.
L’Italia, con i suoi 5.500 centri con meno di 5.000 abitanti, rappresenta un terreno fertile per iniziative di questo tipo. Questi piccoli borghi, che costituiscono il 54% del territorio nazionale, sono custodi di un patrimonio storico-culturale inestimabile, ma spesso lottano per la sopravvivenza.
Il concetto di turismo sostenibile
L’approccio adottato va oltre il semplice restauro: si tratta di un vero e proprio “Rinascimento” che mira a promuovere un turismo consapevole, un accrescimento demografico sostenibile e l’insediamento di nuove attività imprenditoriali, sociali e artistiche. Ogni intervento è stato pensato in collaborazione con le amministrazioni locali, rispettando le peculiarità di ciascun territorio.
La sfida principale sarà bilanciare la conservazione del patrimonio storico con la necessaria modernizzazione. Tuttavia, il potenziale per il rilancio economico delle aree interne è enorme. Il progetto non solo mira a preservare l’autenticità dei borghi, ma anche a trasformarli in esempi di sostenibilità e innovazione.
Questo “ponte” fatto di ideali e cultura rappresenta un modello di sviluppo che potrebbe essere replicato in altre regioni italiane ed europee. Dimostra come la bellezza, unita a una visione sostenibile e inclusiva, possa diventare il motore di una rinascita economica e sociale. È un esempio tangibile di come l’unione tra tradizione e innovazione possa generare opportunità concrete per le nuove generazioni, riportando vita e speranza in luoghi che rischiavano di essere dimenticati.
Obiettivi e visione del progetto
Carlotta Previti, una delle menti dietro il progetto, spiega come l’approccio sia stato multidisciplinare fin dall’inizio. Il team ha riunito esperti in architettura, sostenibilità e analisi economica, creando un dialogo costruttivo con le comunità locali. Questo processo di “ascolto attivo” ha permesso di comprendere a fondo le peculiarità, le sfide e le potenzialità di ogni territorio.
La collaborazione con i sindaci ha portato all’identificazione non solo degli edifici più bisognosi di intervento, ma anche delle aree di maggior valore simbolico per ciascuna comunità. Il risultato è un portfolio di 40 progetti che si distinguono per creatività e innovazione, come se fossero il frutto di un concorso internazionale di architettura.
Valentina Marciano sottolinea come il concetto di bellezza sia al centro della loro visione. Questo approccio, ispirato al Bauhaus, va oltre il semplice efficientamento energetico, puntando a creare spazi che siano allo stesso tempo funzionali ed esteticamente appaganti. L’idea è che la bellezza possa fungere da catalizzatore per il coinvolgimento dei cittadini e per un rinnovato senso di orgoglio comunitario.
Il progetto si inserisce nel più ampio contesto del Nuovo Bauhaus europeo, un’iniziativa che fonde i principi del Green Deal con una profonda dimensione culturale. L’obiettivo è accelerare la transizione verde attraverso interventi che non solo migliorino l’efficienza energetica, ma ridefiniscono anche il rapporto tra le persone e il loro ambiente costruito.
In sintesi, questo ambizioso piano di recupero si propone di trasformare i borghi abbandonati in laboratori viventi di sostenibilità, cultura e bellezza, creando un modello replicabile di sviluppo che potrebbe ridefinire il futuro delle aree rurali in tutta Europa.
Quali sono i borghi coinvolti?
Il progetto di rigenerazione dei borghi tra Sicilia e Calabria coinvolge diverse località, ciascuna con la propria storia. Tra i borghi siciliani coinvolti figurano centri come Capo d’Orlando, rinomata località balneare, Sant’Agata di Militello, importante centro culturale e commerciale, e Giardini Naxos, antica colonia greca ricca di storia.
In Calabria, il progetto abbraccia luoghi come Africo, un borgo con una storia complessa di sfide naturali e sociali, Melito, noto per il suo patrimonio culturale, e Paola, città natale di San Francesco di Paola e importante meta di pellegrinaggio.
Il piano prevede interventi su misura per ogni località, rispettando le peculiarità e le esigenze di ciascun borgo.
Ogni comune coinvolto, in base alle proprie risorse e necessità, identifica la linea di finanziamento più adatta, con il supporto e la guida del team di progetto.
Questo approccio personalizzato e rispettoso delle specificità locali promette di trasformare questi borghi storici in modelli di sviluppo sostenibile, coniugando la preservazione del patrimonio culturale con l’innovazione e la crescita economica.
Il progetto in termini economici
Il progetto di rigenerazione dei borghi tra Sicilia e Calabria si profila come un’iniziativa di vasta portata economica e sociale, con un investimento previsto di 130 milioni di euro. L’obiettivo è contrastare l’emigrazione massiccia degli oltre 500.000 giovani.
Questi numeri assumono particolare rilevanza considerando il contesto demografico di Sicilia e Calabria, caratterizzato non solo da una emigrazione giovanile di massa, ma anche da un invecchiamento della popolazione.
La forza del progetto, ideato da Carlotta Previti e Valentina Marciano risiede nella capacità di intercettare diversi fondi europei, inclusi quelli destinati alle piccole medie imprese (PMI) e all’occupazione giovanile, trasformandosi in una vera e propria sperimentazione territoriale.
A sostegno di questa iniziativa c’è anche il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che ha stanziato 200 milioni di euro per la rigenerazione dei borghi a rischio di abbandono.
Quali opportunità potrebbe generare?
Il progetto di rigenerazione dei 43 borghi tra Sicilia e Calabria si presenta come un catalizzatore di opportunità. Al centro di questa trasformazione c’è il contributo creativo del Nick Maltese Studio, una realtà milanese emergente nel campo della progettazione architettonica e urbanistica.
L’equipe guidata da Nick Maltese e Fede Pagetti, con il supporto dell’architetto Udardi, ha elaborato soluzioni che coniugano razionalità architettonica e urbanistica con un forte impatto emotivo. Il loro approccio mira a rivoluzionare questi borghi in modo rispettoso e non invasivo, preservandone l’autenticità mentre si aprono nuove prospettive di sviluppo.
Le opportunità che questo progetto potrebbe generare sono molteplici:
- rinascita culturale: con l’insediamento di nuove attività creative e culturali, dal design all’arte, che potrebbero trasformare questi borghi in veri e propri laboratori di innovazione culturale;
- recupero dei mestieri considerati antichi: il progetto mira a rivitalizzare professionalità tradizionali, promuovendo un ritorno alle radici che si fonde con le esigenze contemporanee;
- rilancio dell’artigianato: si prospetta una rinascita delle attività connesse, che potrebbero beneficiare dell’aumentato interesse turistico e culturale;
- agricoltura sostenibile: l’introduzione di un’agricoltura a km zero potrebbe non solo fornire prodotti locali di eccellenza, ma anche creare nuove opportunità lavorative;
- imprenditorialità innovativa: il progetto mira a stimolare la nascita di nuove imprese, in particolare nel settore culturale e creativo;
- circuito di eventi culturali: si prevede la creazione di un programma pluriennale di eventi culturali, che potrebbe attrarre visitatori e stimolare l’economia locale;
Nonostante le discussioni sorte nel 2023 riguardo al percorso politico di Carlotta Previti e i dibattiti riguardo le sue posizione politiche, l’idea di far rinascere i borghi abbandonati di Sicilia e Calabria rimane un’iniziativa con un notevole potenziale di impatto positivo, sia dal punto di vista sociale che economico.
Fonti:
- Iodonna, Due donne per il recupero di 43 borghi abbandonati tra Calabria e Sicilia. Un ideale ponte sullo Stretto;
- Donna Moderna, Carlotta Previti e Valentina Marciano: «Il nostro ponte sullo Stretto»;
- Gazzetta del Sud, Rigenerazione urbana di 40 borghi di Calabria e Sicilia, il progetto in Commissione Europea presentato da Carlotta Previti;
- Platform Architecture, Un piccolo grande progetto di rigenerazione urbana;
- Messina Oggi, Le contraddizioni di Carlotta Previti;
- Voce di Sicilia – vocedipopolo.it, I-HUB dello Stretto: un colpo di piccone agli ex Magazzini Generali. Da Carlotta Previti passando per Basile e De Luca.