Nel panorama dell’abitare alternativo, i quartieri galleggianti sono una delle espressioni più affascinanti dell’adattabilità umana. La nascita delle comunità sull’acqua porta con sé motivazioni diverse, come il desiderio di seguire uno stile di vita sostenibile e flessibile e di sfuggire ai prezzi proibitivi del mercato immobiliare.
Alcuni insediamenti hanno origini antichissime, altri si sono sviluppati dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando intere comunità scelsero l’acqua come dimora per ragioni di sicurezza o sostentamento. Tuttavia, è solo nell’ultimo decennio che la tendenza a trasferirsi su case galleggianti sta conquistando particolare rilevanza.
Oggi questa tradizione si reinventa con nuove soluzioni abitative: non solo moderne houseboat, ma anche quartieri votati all’economia circolare. Dagli scenari urbani degli Stati Uniti fino al Sud-est asiatico, gli esempi stanno continuando a moltiplicarsi. Vediamone alcuni.
Indice
- A Seattle, il quartiere galleggiante di Lake Union
- In Perù, le isole galleggianti a Puno
- La smart city di Schoonschip ad Amsterdam
- Il Maeklong Market di Bangkok
- A Hong Kong, il villaggio di Aberdeen
A Seattle, il quartiere galleggiante di Lake Union
Negli Anni ‘20, la storia urbana di Lake Union iniziò come un semplice insediamento di pescatori e costruttori navali. Un decennio dopo, durante la Grande Depressione, queste abitazioni sull’acqua diventarono un rifugio economico per chi cercava case a basso costo.
Circa trent’anni dopo, il quartiere si modernizzò con nuovi complessi residenziali e nel 1965 venne installata la rete fognaria. Allo stesso tempo, i residenti si organizzarono per collegare tra loro le varie abitazioni e ampliare i moli.
Con queste trasformazioni, Lake Union attrasse artisti e studenti e si trasformò in un vivace centro culturale. Oggi questo quartiere ospita circa 500 case e la comunità che vi abita è un mix dinamico di persone che ritengono la vita sull’acqua una risorsa preziosa per la salute del nostro Pianeta.
In Perù, le isole galleggianti a Puno
Il lago Titicaca è famoso per ospitare le isole degli Uros, un sistema galleggiante nato circa 10.000 mila anni fa per sfuggire dagli attacchi degli Inca.
Queste isole peruviane sono uno dei più affascinanti esempi di architettura sull’acqua. Ancora oggi le abitazioni sono realizzate a mano dagli Uros intrecciando le canne di tortora, una pianta locale che cresce sulle rive del lago.
Si tratta di un processo continuo: quando le canne più vecchie si deteriorano, ne vengono aggiunte di nuove in superficie, garantendo così la stabilità dell’isola. Queste piattaforme naturali sono molto resistenti e sopportano il peso delle abitazioni, dei residenti e anche dei piccoli orti che vi sono stati impianti sopra.
La smart city di Schoonschip ad Amsterdam
Nella capitale dei Paesi Bassi, precisamente sul canale Johan van Hasselt, sta prendendo forma il futuro dell’abitare sostenibile. Schoonschip, che in olandese significa “nave pulita”, è un innovativo quartiere galleggiante che comprende 46 abitazioni.
Progettato dallo studio Space&Matter, questo insediamento sull’acqua unisce un design all’avanguardia con i principi della sostenibilità. Il quartiere ospita 144 residenti, accomunati da una visione: creare una comunità in armonia con l’ambiente.
Ogni aspetto della vita quotidiana è pensato in un’ottica di economia circolare, dalla gestione dell’energia alla condivisione delle risorse. Le case sono dotate di pannelli solari, sistemi di recupero dell’acqua piovana e pompe di calore. La comunità gestisce una rete elettrica intelligente che permette di condividere l’energia in eccesso tra i vicini e i rifiuti sono smaltiti con sistemi di compostaggio e riciclo.
Una vera e propria Smart City in miniatura, dove i residenti sono membri attivi di una comunità che si autogestisce, prendendo decisioni collettive in ogni ambito.
Il Maeklong Market di Bangkok
In Thailandia i mercati galleggianti seguono una tradizione tanto antica quanto affascinante. Questi spazi commerciali sull’acqua nascono dalla necessità di permettere lo scambio di prodotti, ma in passato erano importanti centri della vita sociale.
Con lo sviluppo della rete stradale, negli anni ’50 e ’60, molti mercati scomparvero gradualmente. Fu solo alla fine degli anni ’90 che il governo thailandese decise di rilanciare questa tradizione, anche per promuovere il turismo culturale e sostenere le comunità agricole che vivono lungo i canali.
Tra tutti questi insediamenti, il più suggestivo è quello di Damnoen Saduak: qui centinaia di piccole imbarcazioni, sia a remi che a motore, scivolano sull’acqua cariche di prodotti locali. Da semplice mercato, il canale si è trasformato in un’attrazione per i visitatori di tutto il mondo, desiderosi di scoprire l’autentica cultura thailandese e il modo di vivere delle comunità locali.
A Hong Kong, il villaggio di Aberdeen
Nel cuore di Hong Kong si trova una delle comunità sull’acqua più antiche dell’Asia: l’Aberdeen Typhoon Shelter. Le colorate case galleggianti di questo villaggio regalano uno spettacolo unico, in contrasto con i grattacieli che si stagliano sullo sfondo.
Storicamente, l’area è nata come rifugio per i pescatori. Anche se nel tempo molti abitanti hanno lasciato questo stile di vita per trasferirsi sulla terraferma, seguendo l’evoluzione dell’industria ittica, il villaggio galleggiante continua a esistere e prosperare.
Oggi l’Aberdeen Typhoon Shelter ospita circa 6.000 persone, su 600 giunche tradizionali. Alcune famiglie mantengono vivo il legame con il mare e la pesca; altre, invece, si impegnano a preservare la tradizione del villaggio creando una comunità a metà tra il passato marittimo di Hong Kong e il suo presente ultramoderno.
Fonti:
- Domus, “10 quartieri galleggianti per capire come si vive sull’acqua” di Romina Totaro;
- Fanpage.it, “La prima città galleggiante al mondo: sarà un centro urbano green costruito nel mezzo dell’oceano” di Valeria Paglionico.