Rinnovare casa, un trend in crescita con il Bonus Ristrutturazioni

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Ponteggi su una casa in ristrutturazione
Foto di kievith via Canva

L’incentivo permette di realizzare diversi lavori di manutenzione ordinaria. Vediamo come si applica e a chi spetta nel 2025

Nel 2024 le richieste di ristrutturazione sono aumentate del 15%, anche con i tagli agli incentivi edilizi introdotti dalla Legge di Bilancio 2025. A rivelarlo è un’analisi di ProntoPro.it che abbiamo ritrovato su Italia Oggi.

Anche Nomisma, in un’altra ricerca, evidenzia che 7 proprietari di casa su 10 pianificano di ristrutturare la loro abitazione entro i prossimi 10 anni. Il motivo principale è il desiderio di migliorare il comfort abitativo della propria casa.

Secondo i dati ProntoPro.it, il 58,1% delle richieste arriva da chi vive in appartamenti o condomini. A seguire, case indipendenti (31,2%) e villette a schiera (6,5%). Per quanto riguarda la tipologia di abitazione, le ristrutturazioni più richieste riguardano i trilocali (25,4%), seguiti da ville (20,8%) e quadrilocali (19,1%).

Le stanze più ristrutturate sono bagno, cucina e camera da letto, mentre tra gli interventi più diffusi spicca la posa di pavimenti, eseguita nel 77,8% dei casi. Molti di questi lavori vengono realizzati grazie al Bonus Ristrutturazioni, richiesto dal 41% dei proprietari di casa. 

Un incentivo così diffuso merita un approfondimento. Vediamo quindi come funziona questo bonus, anche alla luce delle ultime novità normative.

Indice

Le aliquote del Bonus Ristrutturazioni

Il Bonus Ristrutturazioni, che ha come riferimento l’art. 16.bis DPR 917/86, è un’agevolazione che permette di detrarre dall’IRPEF una parte delle spese sostenute per i lavori di ristrutturazione edilizia. 

Consideriamo, ad esempio, di dover ristrutturare un immobile e che il totale delle spese ammonti a 10.000 euro. Se si tratta di una prima abitazione, per tutto il 2025, l’Agenzia delle Entrate restituirà il 50% delle detrazioni IRPEF scalandole dalle tasse future.

La detrazione, infatti, non è unica e uguale per tutti coloro che fanno richiesta dell’incentivo. La Manovra 2025 ha stabilito che l’aliquota della spesa da portare in detrazione dipende: 

  • dall’immobile oggetto dei lavori (se inteso come prima o seconda casa);
  • dal fatto che le opere siano eseguite o meno da proprietari e titolari di diritti reali;
  • dall’anno in cui sono realizzati i lavori.

In questo modo, il Bonus Ristrutturazione si applica come segue:

  • sulle prime abitazioni, l’aliquota è maggiorata al 50% nel 2025 e passa al 36% nel biennio 2026-2027, con massimale di spesa di 96 mila euro;
  • sulle seconde case, l’aliquota è fissata al 36% nel 2025 e al 30% nel 2026 e nel 2027. Il tetto di spesa è pari a 96 mila euro fino a tutto il 2027;
  • dal 2028 al 2033, il bonus passerà al 30% per tutti i lavori, con un tetto massimo di spesa detraibile ridotto a 48 mila euro.

Tipologie di lavori ammessi

Il Bonus Ristrutturazioni è valido per tutte le unità residenziali ed esclude, quindi, uffici, negozi, laboratori e industrie. Nel caso di ristrutturazioni su immobili residenziali adibiti promiscuamente all’esercizio di un’attività commerciale, la detrazione spetta al 50%.

L’incentivo si applica nei lavori di manutenzione ordinaria all’interno della quale ricadono, come si legge nel testo di riferimento, “gli interventi edilizi che riguardano le opere di riparazione, rinnovamento e sostituzione delle finiture degli edifici o necessari ad integrare/mantenere in efficienza gli impianti tecnologici esistenti”.

Tuttavia, gli interventi in manutenzione ordinaria, eseguiti singolarmente, sono detraibili solo quando le opere riguardano parti comuni in un condominio.

Lavori di ristrutturazione dentro casa
Foto di powerofforever via Canva

Invece, le opere di manutenzione ordinaria realizzate nelle parti ad uso esclusivo (appartamenti o ville unifamiliari) rientrano nel Bonus Ristrutturazione solo se realizzate insieme a un’altra opera di manutenzione straordinaria, risanamento, restauro conservativo o ristrutturazione edilizia.

In questo caso i lavori ammessi a detrazione comprendono:

  • la sostituzione degli infissi esterni;
  • il rifacimento del bagno;
  • l’abbattimento delle barriere architettoniche, per esempio con l’installazione di montascale o rampe;
  • la costruzione di scale interne e, in generale, anche la realizzazione di ascensore o scale;
  • il rifacimento degli impianti;
  • gli interventi di demolizione e ricostruzione inclusi nella ristrutturazione edilizia.

Chi ha diritto all’incentivo

Posso beneficiare del Bonus Ristrutturazioni tutti i contribuenti soggetti all’IRPEF, residenti o meno in Italia. Ricapitolando:

  • proprietari e nudi proprietari;
  • titolari di un diritto reale di godimento (usufrutto, uso, abitazione, superficie);
  • affittuari e comodatari;
  • soci di cooperative;
  • imprenditori individuali (ma solo per immobili che non sono beni strumentali o merce);
  • soggetti che producono redditi in forma associata, alle stesse condizioni degli imprenditori individuali.

Hanno poi diritto alla detrazione anche familiari conviventi del proprietario (coniuge, parenti fino al 3° grado, affini fino al 2° grado), coniugi separati, componenti di un’unione civile e conviventi more uxorio (per le spese dall’1 gennaio 2016).

Gli importi detraibili

Per ogni unità immobiliare, Il massimo della spesa ammessa a detrazione corrisponde a 96.000 euro, sia che sulle abitazioni principali che sulle seconde case. L’ammontare massimo della detrazione, nel caso di aliquota al 50%, è di 48.000 euro in 10 rate annuali; nel caso di aliquota al 36%, è pari a 34.560 euro in 10 anni.

Lavori di ristrutturazione su una villetta con il Bonus Ristrutturazione
Foto di wingedwolf via Canva

Per quanto riguarda le parti comuni, ovvero quelle utilizzate da più unità (anche se appartenenti allo stesso proprietario), le detrazioni spettano ai diversi condomini in base alla quota millesimale o ad altri criteri stabiliti dal Codice Civile.

Ricordiamo che per parti comuni si intendono, nello specifico:

  • le strutture dell’edificio: fondazioni, muri portanti, tetti, scale, cortili, ingressi;
  • i locali condivisi: portineria, lavanderia, riscaldamento centrale, stenditoi;
  • gli impianti e i servizi comuni: ascensori, pozzi, fognature, cisterne.

Non ci sono indicazioni ufficiali sulla possibilità di includere le pertinenze nel calcolo del limite di spesa per i lavori condominiali. Se invece i lavori riguardano un singolo appartamento con pertinenze, il tetto di spesa resta 96.000 euro complessivi, senza un limite aggiuntivo per le pertinenze.

Fonti:

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