Il “degrado” italiano

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I morti in Sardegna sono stati 17. Fiumi e torrenti esondati che hanno allagato case e interrotto strade e ferrovie; ponti crollati, sfollati, blackout. E’ l’ennesimo elenco dei danni e dei lutti che torna a fare questo periodico, lo stesso ad ogni inverno, che negli anni passati ha riguardato i comuni limitrofi alla nostra sede messinese con Giampilieri, Scaletta Zanclea e Saponara.

Come una litania, è l’Italia del dissesto idrogeologico, dei politici che invocano nuovi condoni e del “cemento selvaggio”, quest’ultimo oggetto di una colpevolizzazione in sé – simbolica e fuorviante – e non, come sarebbe ben più logico, per un suo impiego inopportuno per piani di sviluppo urbano scriteriati e predatori. E ancora, il mese scorso, il crollo di una palazzina che ha trascinato con sé le vite di due operai a Piana degli Albanesi.

Tradimalt ha da sempre denunciato l’edilizia selvaggia, andando apparentemente contro il “proprio interesse”. Ha incentrato campagne pubblicitarie su questo argomento, ha riempito le pagine di questo house organ, lo ha professato in ognuno dei meeting e ha persino virato il business aziendale, investendo nella ricerca di prodotti a base di calce naturale e nelle linee di prodotti professionali per il ripristino.

C’è tanto da demolire, ma c’è tantissimo da risistemare, restaurare, riprendere, ridefinire. Piuttosto che di nuove ordate di “palazzinari” selvaggi, protagonisti peraltro di un mercato che non riguarda mai le piccole e medie imprese, c’è un’Italia che ha bisogno di consolidare l’esistente, di mettere in sicurezza il patrimonio storico e civile in degrado. E’ questa l’urgenza italiana e Tradimalt è pronta a dare il proprio contributo.

Foto credit: Orazio Esposito

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