Castelbuono, asine porta a porta per la raccolta dei rifiuti

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Rispolverare tradizioni antiche per progettare l’innovazione del futuro. E’ questa l’idea di fondo di una iniziativa tutta siciliana, partita da Castelbuono (Pa) per poi moltiplicarsi in varie altre regioni del Paese.
Nel piccolo comune di 9.000 anime ai piedi del Parco delle Madonie la raccolta differenziata porta a porta si realizza dal 2007 con l’impiego di asine.
A lanciare il progetto, dal titolo ambizioso “Salvare il mondo”, è stato nel 2006 l’allora sindaco Mario Cicero, che ha immaginato un sistema di raccolta alternativo risultato vincente prima di tutto per il risparmio economico-finanziario.
Il costo di un furgone autocompattatore è, infatti, di circa 30.000 euro in 5 anni, mentre un asina pesa sulle casse comunali solo 1.000 euro circa al momento dell’acquisto. Ma i risparmi non finiscono qui: la manutenzione dei mezzi, il pagamento dei bolli, l’assicurazione e il rifornimento di gasolio sono pari 7/8.000 euro annui, quelli per l’alimentazione, la stalla, le cure e la pulizia dell’asina e l’attrezzatura necessaria a soli 2.000 euro circa.

I benefici sono anche riscontrabili nel tempo di erogazione del servizio: il riassetto dei percorsi e la praticità di poter raggiungere con le asine anche i vicoli più impervi del paese, inaccessibili ai mezzi a motore, ha ridotto del 18% i tempi di raccolta porta a porta.

Ne ha guadagnato anche moltissimo l’ambiente: due mezzi inquinanti in meno, accesi anche durante le soste per il porta a porta hanno ridotto le emissioni di CO2 in atmosfera per un quantitativo pari a 60 ettari di bosco, oltre alla rivalorizzazione di un animale da decenni in disuso e di una razza a rischio di estinzione. Senza dimenticare che dal piccolo borgo sono scomparsi i cassonetti, ricettori di agenti inquinanti, e si è di gran lunga ridotto anche l’inquinamento acustico.

Ci sono poi i benefici sociali ed occupazionali: ad accompagnare le asine sono, infatti, operatori ecologici che provengono dal disagio sociale, ex tossicodipendenti e disabili psichici, che hanno così trovato occasione di reinserimento nel mercato lavorativo. La stranezza della scelta ha, inoltre, incuriosito molto i cittadini e favorito la loro sensibilizzazione alla partecipazione attiva al progetto.

Dell’esperienza di Castelbuono si è molto parlato, l’idea vincente è stata riprodotta in molti altri comuni d’Italia, con l’evidente ricaduta mediatica e turistica che è facile immaginare.

Unica nota dolente sono stati i reclami ricevuti da qualche associazione di animalisti preoccupata per lo sfruttamento degli animali. Cicero ha fornito, però, rassicurazioni sulla cura, il mantenimento e il destino di questi equini. Tutte le asinelle operatrici ecologiche sono dotate di microchip, vaccinate e sottoposte a periodiche visite veterinarie da parte delle ASL. Lavorano 5 ore al giorno tranne la domenica, portando un carico massimo di 100 Kg sul terreno pianeggiante del centro storico. Il Comune ha poi stipulato una convenzione con l’Istituto tecnico agrario di Castelbuono, che è stato incaricato di provvedere alla loro ospitalità anche per il periodo in cui non saranno più in grado di svolgere attività lavorativa. Infine, la collaborazione con l’Ente Parco delle Madonie ha permesso di realizzare un cimitero per gli animali, a partire dalla messa a disposizione del progetto di un’area di proprietà comunale.

Il Comune di Castelbuono si distingue per il suo virtuosismo nel panorama siciliano, ma anche italiano, non solo per questa splendida iniziativa, ma per un insieme di pratiche attente alla politica ambientale ed energetica. Dal 1994 ha un depuratore, che permette di scaricare in mare solo acqua pulita; diversi impianti fotovoltaici e impianti solari termici presso scuole e altre strutture pubbliche; impianti di compostaggio, dove si produce concime dai rifiuti umidi.

Un esperimento sicuramente difficile da esportare nei grandi centri urbani congestionati dal traffico, ma di sicuro successo nei borghi di piccole dimensioni. Una storia esemplare, come troppo poco spesso accade, della nostra terra.

Foto credit: Erwin Verbruggen

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