Nelle ferrovie siciliane qualcosa si muove

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Ammontano complessivamente a 10.802 milioni di euro gli stanziamenti per il Mezzogiorno deliberati in extremis dall’Esecutivo Monti. Cinque macro-interventi infrastrutturali, per un totale di 14 opere, che renderanno più veloci i collegamenti ferroviari tra Catania, Palermo e Messina.

È questo l’impegno messo nero su bianco dai Ministri per la Coesione territoriale, Fabrizio Barca, e allo Sviluppo Economico, alle Infrastrutture e Trasporti, Corrado Passera, dal Governatore della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, e dagli Amministratori delegati di Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti, e di Rete Ferroviaria Italiana, Michele Mario Elia, nel Contratto istituzionale di sviluppo (CIS) per la direttrice ferroviaria “Messina-Catania-Palermo”, istituito dall’articolo 6 del D.lgs 88/2011.
Le 14 opere previste – fa sapere il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti in un comunicato – avranno un costo complessivo di 5.106,1 milioni di euro, dei quali 2.426 milioni sono già disponibili.
Gli interventi sono i seguenti:
lungo la linea Messina-Catania (valore investimenti: 383,8 milioni di euro), progettazione del raddoppio della tratta Giampilieri-Fiumefreddo (che resta ancora da coprire finanziariamente), completamento del raddoppio dei binari nella tratta Catania Ognina – Catania Centrale, progettazione dell’interramento della Stazione Centrale di Catania e raddoppio del bivio Zurria-Catania Acquicella;
sulla linea Catania-Palermo (valore investimenti: 823,4 milioni di euro), raddoppio dei binari nelle tratte Bicocca-Motta-Catenanuova e Catenanuova-Raddusa-Agira, al fine di raggiungere una velocità da 200 km all’ora e di incrementare la frequenza dei collegamenti. Per la tratta Raddusa-Enna-Fiumetorto, uno studio di fattibilità valuterà tre soluzioni alternative:
1) riqualificazione della linea ferroviaria esistente;
2) variante di tracciato Enna-Pollina-Castelbuono;
3) variante di tracciato contigua all’asse autostradale Catania-Palermo;
interventi tecnologici lungo le linee Messina-Catania e Catania-Palermo e realizzazione del nodo di Palermo (valore investimenti: 1.218,8 milioni di euro).

Le fonti dei fondi sono: risorse statali, a valere sulla Legge Obiettivo, dalla riduzione del cofinanziamento statale di cui al Piano d’Azione e Coesione, dai programmi comunitari 2007-2013, POR Sicilia, PON “Reti e Mobilità”, PON Trasporti 2000-2006 e Fondo Sviluppo e Coesione già a disposizione del MIT.
Gli interventi complessivi che scaturiranno dai lavori, dalle progettazioni e dagli studi previsti nel Contratto mirano a raggiungere tre risultati:
una progressiva forte riduzione dei tempi di percorrenza e un aumento della frequenza e qualità del servizio fra tre importanti aree metropolitane della Sicilia;
un miglioramento dell’accessibilità delle aree interne della Sicilia centrale e della Sicilia meridionale ai grandi centri metropolitani;
una maggiore efficienza dei nodi ferroviari di Catania e Palermo.

Quello appena firmato – spiega la nota del Ministero – è il terzo CIS firmato dal Governo, dopo quelli relativi alla direttrice ferroviaria Napoli-Bari-Lecce-Taranto del 2 agosto 2012 e alla velocizzazione della direttrice ferroviaria Salerno-Reggio Calabria del 18 dicembre 2012 che hanno stanziato complessivamente 6,462 miliardi di euro.
Il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti riepiloga alcuni degli ultimi stanziamenti per il Mezzogiorno deliberati dal Governo Monti, oltre al Contratto di programma della Rete Ferroviaria Italiana, per un valore globale pari a 10.802 milioni di euro.

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