Le risorse per il 2014, pari a 195,6 milioni di euro, saranno ripartite tra le Regioni in modo proporzionale al rischio sismico dell’ambito territoriale, per:
– studi di microzonazione sismica e analisi della condizione limite per l’emergenza (16 milioni di euro);
– interventi di rafforzamento locale o miglioramento sismico o, eventualmente, demolizione e ricostruzione di edifici ed opere pubbliche d’interesse strategico per finalità di protezione civile e interventi strutturali di rafforzamento locale o miglioramento sismico o di demolizione e ricostruzione di edifici privati (170 milioni di euro);
– altri interventi urgenti e indifferibili per la mitigazione del rischio sismico, con particolare riferimento a situazioni di elevata vulnerabilità ed esposizione (8,3 milioni di euro).
L’attribuzione dei fondi prevede:
– che le Regioni che usufruiranno di un finanziamento pari o superiore a 2 milioni di euro assegnino dal 20% al 40% delle risorse ad interventi su edifici privati;
– che gli studi di microzonazione sismica siano accompagnati dall’analisi della Condizione Limite per l’Emergenza – CLE dell’insediamento urbano, al fine di realizzare una maggiore integrazione delle azioni per la mitigazione del rischio sismico e migliorare la gestione delle attività di emergenza subito dopo un terremoto;
– che si mantenga il meccanismo di premialità per le unioni di comuni;
– che si confermi la possibilità per le Regioni di sperimentare un programma finalizzato a garantire le condizioni minime per la gestione del sistema di emergenza, individuando in uno o più comuni o unioni di comuni tre edifici strategici che assicurino il coordinamento degli interventi, il soccorso sanitario, l’intervento operativo.
“L’ocdpc n. 293– ha ricordato il Dipartimento della protezione civile in una nota, secondo quanto riporta il Giornale della Protezione Civile – regola le modalità di finanziamento degli interventi e prosegue nello sviluppo di quelle azioni che in passato sono state marginalmente, o mai, toccate da specifici provvedimenti: studi di microzonazione sismica, interventi sull’edilizia privata, sulle strutture e infrastrutture cittadine di particolare importanza per i piani di protezione civile, limitando gli interventi alle zone a più elevata pericolosità sismica e alle strutture più vulnerabili”.
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