L’edilizia non esce dalla crisi

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Il settore delle costruzioni non riesce ad uscire dalla crisi. A denunciarlo, come riporta La Repubblica in un articolo del 27 aprile, è Confartigianato nel constatare che a febbraio 2015 la produzione sia scesa dell’1,3% rispetto a gennaio.

Una tendenza che – afferma l’autore dell’articolo – si registra in tutta Europa, ma che in Italia sembra di gran lunga più grave: negli ultimi 12 mesi la produzione è, infatti, calata in Italia del 5,8% rispetto all’anno precedente, mentre in Europa il settore cresce dell’1,6%. Nello specifico: la Spagna tra marzo 2014 e febbraio 2015 registra una crescita del 14,7%, il Regno Unito del 4,3%, la Germania dello 0,4%. A diminuire con l’Italia, invece, la Francia con un calo del 4,7%.

Il calo – riporta l’articolo – ha causato nel nostro Paese la perdita di 96.000 posti di lavoro nel 2014, pari ad una riduzione del 6,2%, raggiungendo il minimo storico. Un dato in controtendenza con quello generale sull’occupazione, che vede una crescita a fine 2014. Le imprese artigiane del settore edile sono diminuite del 2,8%: ne sono morte 5.646.

“Attenzione – ha dichiarato a La Repubblica il presidente di Confartigianato Edilizia, Arnaldo Redaelli – a leggere come immediatamente positivi i dati sulla forte crescita del numero dei mutui casa. Il comparto dell’edilizia versa ancora in una situazione di profonda crisi. Siamo di fronte sia ad una rinegoziazione dei tassi d’interesse che rendono i mutui più sostenibili per chi già li possiede, ma anche ad una forte spinta da parte del settore bancario che cerca in questo modo di favorire la messa in circolo sul mercato del vecchio invenduto in modo da consentire il rientro di somme ingenti anticipate negli anni di inizio crisi ai grandi immobiliaristi”.

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