Pronto il Bando per la riqualificazione delle periferie degradate

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La Conferenza Unificata ha finalmente approvato lo scorso 14 aprile la nuova bozza del bando per la riqualificazione delle periferie degradate, che ridefinisce alcune procedure e requisiti di presentazione dei progetti. Il bando, secondo quanto prevedeva il decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso ottobre, avrebbe dovuto essere pubblicato entro il 31 gennario e mettere a disposizione dei Comuni per tre anni un fondo per la riqualificazione delle aree marginali, laddove per “area urbana degradata” il decreto intendeva le aree con un alto indice di disagio sociale (definito in base a tasso di disoccupazione, tasso di occupazione, tasso di concentrazione giovanile, tasso di scolarizzazione) e indice di disagio edilizio (basato sullo stato di conservazione degli edifici).

Le novità appena stabilite con l’approvazione del bando, riguardano vari aspetti, primo fra tutti l’apertura nei confronti di stadi progettuali non definitivi: sarà possibile presentare anche uno studio di fattibilità o progetto preliminare. In questo caso però i soggetti proponenti dovranno impegnarsi ad approvare, entro 60 giorni dalla sottoscrizione della convenzione o accordo di programma, il relativo progetto definitivo o esecutivo.

Le novità introdotte erano state proposte dall’Anci, il cui Presidente, Piero Fassino, ha così commentato la notizia, secondo quanto pubblica edilportale.com: “L’Associazione ha registrato positivamente l’accoglimento degli emendamenti discussi in sede tecnica per cui sarà possibile la partecipazione al bando con la presentazione solo di uno studio di fattibilità e non del solo progetto esecutivo”.

In sede di Conferenza Unificata sono anche stati stabiliti i tempi per la procedura di valutazione che dovranno rispettare i 90 gionri dalla scadenza del termine per la presentazione dei progetti.

Novità ulteriore la possibilità per le amministrazioni di richiedere il 10% del finanziamento eventualmente assegnato al momento della firma della convezione per poter coprire i costi di avvio dei lavoridei soggetti proponenti.

Al governo abbiamo chiesto che si espliciti la possibilità di partecipazione anche per le città capoluogo di Regione” – ha dichiarato, inoltre, Fassino – “Se la possibilità di ricevere il finanziamento restasse solo alle Città metropolitane si verificherebbe una ingerenza legislativamente e costituzionalmente illegittima perché la Città metropolitana non può decidere un intervento sul territorio di un capoluogo di Regione, prerogativa questa della giunta e del Consiglio del capoluogo stesso”. Ad oggi bando prevede infatti la partecipazione soltanto delle città metropolitane e dei comuni capoluoghi di provincia.

Foto: Daniel Lobo

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