Piccoli Comuni, un piano nazionale per riqualificarli

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”Siamo molto soddisfatti perché finalmente, dopo tanti anni, questa proposta di legge ha trovato uno sbocco definitivo. È un buon provvedimento che può essere migliorato”: il coordinatore nazionale piccoli Comuni Anci, Massimo Castelli, ha commentato così, secondo quanto pubblica il Corriere della Sera, l’approvazione da parte della Camera della proposta di legge sullo sviluppo dei piccoli comuni, ovvero dei comuni con popolazione inferiore a cinquemila abitanti e dei territori montani e rurali.

Dopo essere rimasto bloccato a Montecitorio per quasi tre anni, il testo è infatti stato approvato all’unanimità ed è finalmente passato all’esame del Senato per l’approvazione definitiva.

In Italia i piccoli comuni sono 5.585, circa il 70% dei comuni totali, amministrano circa il 50% del territorio nazionale, ma sono abitati da solo 10 milioni di cittadini, pari al 16,59% della popolazione.

Il testo approvato prevede un piano per la diffusione della banda larga, misure di sostegno per l’artigianato digitale, interventi di messa in sicurezza di strade e scuole e di efficientamento energetico del patrimonio edilizio pubblico, semplificazione delle norme per il recupero dei centri storici in abbandono o a rischio spopolamento.

Per i comuni in condizioni di maggiori difficoltà è previsto uno stanziamento di 100 milioni di euro dal 2017 al 2023. Inoltre, tra le misure di valorizzazione approvate c’è la possibilità di acquisire case cantoniere per la protezione civile, il volontariato e la promozione del turismo e dei prodotti tipici locali. I piccoli comuni producono, infatti, il 93% delle Dop e degli Igp e il 79% dei vini italiani più pregiati.

Vi si coltiva oltre la metà della produzione agroalimentare nazionale che ha reso celebre il Made in Italy nel mondo grazie alla presenza di oltre 300mila le imprese agricole. Tre piccoli comuni su quattro – ha spiegato a la Repubblica il presidente DI Coldiretti Roberto Moncalvo – sono il territorio di riferimento per gli allevamenti destinati alla produzione di formaggi o salumi italiani a denominazione di origine (Dop), mentre nel 60 per cento dei borghi si trovano gli uliveti dai quali si ottengono i pregiati oli italiani a denominazione di origine. Ma moltissimi sono i piccoli comuni che legano le proprie fortune a specialità note e meno note del territorio: dal Puzzone di Moena al Sedano bianco di Sperlonga, dal carciofo di Montelupone al vino di Gavi, fino ai maccheroncini di Campofilone o Taleggio che lega il suo nome al noto formaggio che adesso verranno meglio tutelati”.

“Se la legge approvata oggi all’unanimità alla Camera arriverà ad approvazione definitiva – ha affermato la presidente di Legambiente Rossella Muroni, secondo quanto pubblicato ancora da La Repubblicasarà finalmente possibile frenare il disagio demografico ed economico che colpisce oltre 2mila piccoli centri sotto i 5mila abitanti, dove i giovani tendono ad andare via e le case abbandonate o vuote sono addirittura una ogni tre”.

 

Foto credit: tommaso

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