La digitalizzazione del settore edile è fondamentale per la produttività del mondo delle costruzioni italiane e per migliorare la sicurezza del patrimonio immobiliare esistente. È questo l’assunto essenziale del XVIII convegno nazionale dei Giovani Ance “M4ttoni.0 – Digitalizziamo un antico e nobile mestiere”, svoltosi a Roma il 19 maggio.
Tutti gli studi sul tema dimostrano che il settore delle costruzioni è il comparto meno digitalizzato del mondo, con investimenti destinati all’innovazione tra i più bassi.
Un dato aggravato dal fatto che a confronto a livello mondiale l’Italia per quanto riguarda il settore costruzioni sta scivolando dal gruppo degli Stati in “decrescita” a quello degli Stati “arretrati”.
Il cambiamento si rende quindi necessario e urgente: “Il piano Industria 4.0 – ha dichiarato Roberta Vitale, presidente dei Giovani Ance, secondo quanto si legge in un comunicato dell’Associazione – è un primo passo importante, ma è necessario che allarghi lo sguardo al settore dell’edilizia. Bene, quindi, il super e l’iper ammortamento, che per essere ancora più efficace potrebbero essere legati anche all’alta formazione del personale. Noi siamo pronti a raccogliere la sfida dell’innovazione, ma con noi deve farlo la pubblica amministrazione. Perché se da una parte le nostre imprese sono costrette ad essere sempre più qualificate, non possiamo pensare che uffici comunali e stazioni appaltanti siano a malapena adeguate alla seconda rivoluzione industriale.”
Tra i vantaggi di un processo di digitalizzazione c’è sicuramente quello di avere un controllo più efficace sulla manutenzione e la sicurezza del patrimonio edilizio.
“Le moderne tecnologie possono – ha sottolineato ancora Roberta Vitale – fornirci indicazioni dettagliate sullo stato di salute degli edifici e delle infrastrutture, per poter intervenire tempestivamente con un piano di manutenzione o agevolare la ricostruzione a seguito di crolli o danneggiamenti. Per fare ciò occorre rendere obbligatoria la redazione del fascicolo digitale del fabbricato, per gli immobili privati, e redigere un data base completo del patrimonio pubblico in collaborazione con le università italiane”.