Dissesto idrogeologico: disponibili otto miliardi, spesi solo cento milioni

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I fondi per contrastare il dissesto idrogeologico nel nostro Paese ci sarebbero, ma a quanto pare non vengono investiti. Secondo le tabelle della Struttura di missione contro il dissesto della Presidenza del consiglio, sono 7,7 i miliardi di euro da spendere entro il 2023 per rinforzare argini, costruire scolmatori e casse di espansione per le piene, allargare canali tombati, costruire muri di contenimento. Ma dal maggio 2014 ad oggi, solo 114 sono i milioni di euro spesi per il Piano Italiasicura, promosso dal Governo Renzi. Meno dell’1,5% dei fondi a disposizione.

“Abbiamo potuto autorizzare solo le opere di cui avevamo il progetto esecutivo, fornitoci dagli enti locali”, dice Erasmo D’Angelis, tornato a capo della Struttura di missione, secondo quanto scrive Repubblica.it – “L’Italia sconta un ritardo storico sulle progettazioni, non ha la cultura della prevenzione. La cantierizzazione pesante ci sarà tra il 2018 e il 2019″.

Degli 8.926 interventi necessari e prioritari segnalati dalle Regioni dopo il lancio del Piano, in effetti solo il 6% presentava un progetto esecutivo. E prevedendo la norma che i finanziamenti partano solo quando è chiaro cosa stia finanziando, è evidente perché tutto è in stallo. Accanto alle lista delle opere, e alla cifra che ogni Regione vorrebbe dallo Stato, una sfilza di etichette ne certifica la lontananza dalla realizzazione: “progetto preliminare”, “studio di fattibilità”, “in fase istruttoria”. Pochi “definitivi”, pochissimi “esecutivi”.

“I cambiamenti climatici non riguardano solo un’altra parte del pianeta o i nostri figli, riguardano noi, adesso, in Italia. Allora le città devono dare una risposta immediata sul fronte della prevenzione: per questo dico manutenzione, manutenzione, manutenzione” – questo il commento del Ministro dell’Ambiente, Gianluca Galletti, pubblicato da fanpage.it – “ci sono quasi 2 miliardi di euro, ma tra quando si decide un’opera e quando poi la si realizza passa molto tempo. Sia chiaro: alcune cose sono state fatte, a Genova, ad esempio, a Milano, nella stessa Toscana, o ancora in Romagna. Qui a Livorno siamo pronti a sostenere progetti di messa in sicurezza dei torrenti, a partire dall’idea del presidente Rossi dello stombamento del Rio Maggiore: se mi presentano progetti credibili, le risorse le troviamo. Le condizioni per la dichiarazione dello stato di emergenza ci sono e credo che il consiglio dei ministri dirà sì. Vedremo in che termini e con quanti fondi”.

 

Foto credit: Giorgio Minguzzi 

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