Recupero delle stazioni abbandonate: diventeranno luoghi di cultura

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Sul territorio italiano ci sono circa 450 stazioni ormai dismesse nella Rete Ferroviaria Italiana. L’ideale sarebbe attuare dei progetti di riqualificazione e il riuso sociale di questi luoghi ormai abbandonati.

È questo l’intento del Protocollo d’Intesa firmato lunedì 26 marzo da Renato Mazzoncini, amministratore delegato e direttore generale di FS italiane, e da Alessandro Messina, direttore di Banca Etica.

Si legge sul comunicato stampa pubblicato sul sito delle Ferrovie dello Stato che “il Gruppo FS Italiane ha avviato negli ultimi anni importanti interventi per riqualificare e riorganizzare gli spazi e le aree delle principali stazioni italiane non più funzionali alle attività ferroviarie. Le stazioni ferroviarie, infatti, non sono più solo luoghi dove iniziano o finiscono i viaggi. È fondamentale quindi migliorare l’efficienza, il valore e l’integrazione con la città delle stazioni ferroviarie, sia grandi sia medio/piccole, per renderle poli di attrazione e di servizi per il territorio e non solo efficienti poli trasportistici. E sviluppando progetti di sostenibilità sociale e ambientale il Gruppo FS Italiane vuole facilitare e favorire, anche attraverso comodati d’uso, attività associative del Terzo settore e del mondo no profit”

FS Italiane coinvolgerà Banca Etica nel selezionare i soggetti destinatari delle aree da riqualificare. Saranno poi comunicate le modalità in cui si potrà usufruire dei servizi.

Verranno presentati dei bandi dedicati sul network di crowfunding di Banca Etica, un modo moderno e veloce per raccogliere fondi a sostegno di questi progetti di riqualificazione. Saranno promossi eventi culturali per presentare i progetti e la stessa Banca Etica strutturerà a riguardo servizi creditizi e bancari integrati.

“Banca Etica è nata per gestire risorse finanziarie di famiglie, persone, organizzazioni, società ed enti, orientando i loro risparmi verso la realizzazione del bene comune della collettività. L’intesa con FS Italiane è un’occasione per mettere in pratica iniziative di rigenerazione territoriale secondo i principi della finanza etica: con pari attenzione cioè alla sostenibilità economico-finanziaria e a quella socio-ambientale. In questo momento la sfida della riqualificazione degli immobili e dei beni comuni presenti nelle periferie urbane e nelle aree interne del Paese è al centro delle nostre attività”, ha ricordato Alessandro Messina.

Un articolo molto completo pubblicato su Edilportale riporta dati più precisi: sarebbero circa 1.700 le stazioni impresenziate che Rete Ferroviaria Italiana. Concesse tramite contratti di comodato d’uso gratuito alle associazioni e ai comuni affinché siano avviati progetti sociali che abbiano ricadute positive sul territorio e per la qualità dei servizi offerti nelle stesse stazioni.

Si tratta delle stazioni più piccole, meno frequentate e inserite in ambiti meno urbanizzati e complessi, per le quali l’impegno della Società è orientato, da una parte, verso la “rifunzionalizzazione” e l’ottimale dimensionamento delle aree destinate alle attività prettamente ferroviarie, dall’altra parte, verso la cessione a Istituzioni del territorio, in comodato d’uso, degli spazi ‘non strumentali’ da destinare a organizzazioni no profit attive nei diversi settori.

I contratti di comodato gratuito attivi nel 2014 erano circa 510 in 345 stazioni, ma questo è un numero destinato a crescere soprattutto nell’ambito delle stazioni non presenziate, gestite a distanza da avanzati sistemi tecnologici.

Potete leggere come sono stati riqualificati in termini di riuso sociale edifici ormai dismessi cliccando su questo link.

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