Le Regioni avranno a disposizione 2,6 miliardi di euro per investimenti strutturali e infrastrutturali urgenti per la mitigazione del rischio idrogeologico ed idraulico e l’aumento del livello di resilienza di abitazioni e strutture commerciali e produttive colpite dagli eventi calamitosi.
Le risorse sono destinate alle Regioni dal DPCM 27 febbraio 2019, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, secondo una proporzionalità rispetto alle ricognizioni dei fabbisogni in materia di dissesto idrogeologico.
Un provvedimento importante, vista la drammatica situazione del nostro Paese, che sono nel 2018 ha visto un bilancio tra i più gravi registrati negli ultimi cinque anni: 38 morti, 2 dispersi, 38 feriti e oltre 4.500 sfollati e senzatetto sono stati causati da frane e inondazioni coinvolgendo 134 comuni e 19 regioni.
Gli interventi che il DPCM individua come finanziabili sono:
– ricostruzione in sito dell’immobile distrutto;
– delocalizzazione, previa demolizione delle abitazioni/strutture distrutte, costruendo o acquistando una nuova unità abitativa/commerciale in altro sito della medesima regione se la relativa ricostruzione in sito non sia possibile;
– al ripristino, recupero e manutenzione straordinaria di opere e impianti danneggiati o distrutti a seguito dell’evento calamitoso;
– al ripristino, recupero e manutenzione straordinaria di parti comuni di opere e impianti di edifici danneggiati o distrutti a seguito dell’evento calamitoso.
Le prestazioni tecniche (progettazione, direzione lavori, etc.) saranno ammissibili a finanziamento nel limite del 10% dell’importo, al netto dell’aliquota Iva di legge, dei lavori di ripristino di immobili di cui alla perizia asseverata. Nella perizia asseverata si dovrà attestare una serie di elementi, tra cui la sussistenza del nesso di causalità tra i danni all’immobile e l’evento calamitoso e la congruità degli interventi da effettuare. A redigerla potrà essere un professionista abilitato iscritto ad un ordine o collegio.
I commissari delegati o i soggetti responsabili individuati dalle Regioni dovranno predisporre un piano degli investimenti da realizzare entro 20 giorni per gli interventi relativi al 2019, ed entro il 31 gennaio di ciascun anno per il 2020 e il 2021. Il piano sarà poi sottoposto al via libera del capo dipartimento della protezione civile e potrà essere rimodulato in corso d’opera in caso di esigenze straordinarie.
Una volta approvato il Piano, le risorse 2019 saranno trasferite interamente nelle casse degli Enti locali per permettere l’immediato avvio degli investimenti. I fondi restanti saranno, invece, trasferiti in relazione allo stato di avanzamento dei lavori.
I commissari regionali dovranno definire, con propri provvedimenti, le procedure di raccolta, istruttoria e successiva liquidazione dei finanziamenti, anche mediante la predisposizione di appositi moduli di domanda di finanziamento e di perizia asseverata, dandone pubblico avviso, entro trenta giorni.
Foto credit: Hans Braxmeier