Sono 75,5 milioni le unità immobiliari registrate negli archivi catastali dell’Agenzia delle Entrate, di cui 65 milioni censite nelle categorie ordinarie e speciali, con una rendita attribuita pari a 37,4 miliardi di euro.
Sono i numeri, pubblicati da edilportale.com, che arrivano dalle Statistiche Catastali, la pubblicazione annuale curata dall’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia, in collaborazione con la Direzione centrale Servizi Catastali, Cartografici e di Pubblicità Immobiliare.
Dalle statistiche emerge che nel 2018 lo stock immobiliare italiano è aumentata dello 0,6%, con circa 400mila unità in più rispetto al 2017.
L’abitazione italiana media censita in catasto ha 5,5 vani. La superficie media, calcolata come rapporto tra la superficie catastale complessiva e il numero di unità, è pari a circa 117 m2. Più in dettaglio: è inferiore a 100 m2 per le abitazioni in categoria popolare, rurale, ultrapopolare e per abitazioni e alloggi tipici dei luoghi (A/4, A/5, A/6 e A/11) e va ben oltre i 200 m2 per le unità nelle categorie, abitazioni signorili, ville, castelli e palazzi di pregio (A/1, A/8 e A/9).
L’88% del patrimonio totale appartiene a persone fisiche. Crescono dell’1,8% gli immobili censiti nel gruppo F (unità non idonee a produrre reddito), dell’1,2% gli immobili a destinazione speciale (gruppo D) e dello 0,8% quelli a destinazione particolare del gruppo E. In aumento dell’1% le unità immobiliari ad uso collettivo (gruppo B), quelle censite come negozi (C/1) e pertinenze (C/2, C/6 e C/7) all’interno del gruppo C (+0,8%) e le abitazioni (+0,3%), mentre diminuisce il numero di uffici (-0,3%).
Le unità immobiliari censite come abitazioni sono oltre 35 milioni, circa 92mila unità in più rispetto al 2017 (+0,3%). In particolare, rispetto all’anno precedente aumentano i villini (+1%), le abitazioni e gli alloggi tipici dei luoghi (+0,5%) e le abitazioni classificate come civili ed economiche (rispettivamente +0,7% e +0,4%). Diminuiscono, invece, le abitazioni signorili (-1,8%), le abitazioni popolari (-0,5%), le ville (-0,5%), i castelli e i palazzi di pregio (-0,2%) e, con tassi superiori al 2%, le abitazioni di tipo ultrapopolare e rurale (rispettivamente -2,6% e -3,2%).
Per il 2018 i dati confermano il trend di crescita già registrato nel 2017, +0,5% rispetto al +0,4% registrato l’anno prima. In particolare, l’aumento interessa tutti i gruppi ad eccezione del gruppo delle unità immobiliari adibite ad uffici (A/10), in calo dello 0,4%.
Foto credit: Adam Derewecki