Premiati dal MIBAC due progetti per la rigenerazione urbana di Palermo

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Nell’ambito della seconda edizione di Creative Living Lab, finanziati due microinterventi innovativi in ambito culturale per i quartieri C.E.P. e Zen 2 di Palermo

Mentre la Regione Siciliana approvava il Disegno di Legge Norme per il governo del territorio (Deliberazione n. 246 del 27 giugno 2019), nel quale la rigenerazione urbana viene assunta non come semplice “locuzione lessicale”, piuttosto come procedura in grado di riattivare processi di sviluppo per la qualità di parti di territorio, due progetti per Palermo venivano proclamati tra i vincitori del bando Creative Living Lab, promosso dal Ministero dei Beni e le Attività Culturali.

Una delle insulae dello Zen a Palermo. Foto di Emanuele Piccardo

La competizione, che ha come sottotitolo “Qualità, creatività, condivisione”, giunta alla seconda edizione, è organizzata dalla Direzione Generale Arte e Architetture Contemporanee e Periferie Urbane e ha visto una notevole partecipazione con 208 progetti candidati, tra i quali sono stati individuate 17 proposte finanziabili con una copertura totale di 600 mila euro ed un massimo di 35 mila euro per progetto.

Il bando, aperto a soggetti pubblici e privati senza scopo di lucro, è rivolto alla realizzazione di interventi di rigenerazione urbana di aree periferiche attraverso la predisposizione di progetti con caratteristiche volte all’innovazione in ambito culturale e creativo e che prevedano azioni partecipate.

Per la trasformazione, attiva e sostenibile, di spazi interstiziali, aree o edifici abbandonati o dismessi e aree verdi degradate, il requisito indispensabile è quello di costruire delle proposte all’interno delle comunità che abitano il luogo oggetto di intervento con la partecipazione attiva e multidisciplinare di mediatori culturali, architetti, paesaggisti, designer, fotografi, registi, artisti in un più ampio ventaglio professionale teso alla realizzazione di workshop, seminari, laboratori percorsi espositivi e didattici da realizzare nell’arco di 6 mesi, microprogetti per la riappropriazione condivisa di luoghi fragili sotto il profilo sociale, urbano e ambientale.

la lunga prospettiva di una delle strade dello Zen (c) Emanuele Piccardo
La lunga prospettiva di una delle strade dello Zen a Palermo. Foto di Emanuele Piccardo

I premi sono stati equamente suddivisi nelle tre fasce in cui viene classicamente suddivisa la Penisola. Milano e Palermo sono le città che hanno portato a segno due proposte premiate, mostrando come il capoluogo siciliano possa vantare un dinamismo culturale ormai consolidato, al pari dell’unica vera metropoli europea del nostro Paese. Protagonisti delle proposte palermitane gli spazi comuni in due distinte parti di città, caratterizzate dalla monolitica (e problematica) presenza di insediamenti di edilizia residenziale pubblica, noti alle cronache più per i fenomeni di degrado che per le potenzialità urbane ancora inespresse dagli originari progetti, raramente supportati da programmi di gestione.

Si tratta dei microprogetti RICONNESSIONI, percorsi di riattivazione della memoria per riportare la periferia al centro e ZEN°ZERO, zen grado zero.

Una delle prime immagini della mappatura degli usi negli spazi comuni dello Zen a Palermo. Foto di Emanuele Piccardo

Nel primo caso il progetto, coordinato dall’associazione Sguardi Urbani, interviene nel quartiere C.E.P./San Giovanni Apostolo e punta alla riattivazione dell’area comunale corrispondente al capolinea del tram sulla linea di collegamento con il centro della città. L’obiettivo è quello di far emergere da questo luogo, attraverso interventi artistici, le sue perdute valenze di spazio pubblico, di centralità anche per controbilanciare urbanisticamente il vicino polo di attrazione di un centro commerciale in un dialogo aperto.

Nel secondo caso, con il coordinamento dell’associazione Handala, viene proposta un’analisi approfondita tra i cortili delle “insulae” del quartiere San Filippo Neri (o Zen 2). Questi spazi, progettati come aree comuni, saranno osservati indagando sul concetto di “limite” tra pubblico e privato e raccontati attraverso mappature fotografiche, per individuarne gli effettivi usi attuali in modo da poterne ridisegnare le caratteristiche attraverso intervertenti di autocostruzione condivisa, nel rispetto dello spirito spontaneo e creativo che ha conservato la vita (e i colori) in questi “interstizi” essenziali per la comunità.

Entrambi i progetti stanno muovendo i primi passi e manifestano l’importanza e la maggiore efficacia di proposte nate dopo una ampia condivisione; ne sono testimonianza le sfaccettate partnership che sostengono le due iniziative dalle quali non può che derivare un risultato ricco di sfumature, forse imprevedibile, come è la stessa Palermo.

 

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