Dal 2020 BIM obbligatorio sopra i 50 milioni di euro

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Dal 1° gennaio 2020 scatterà il secondo scaglione di opere per cui sarà obbligatorio l’utilizzo del Building Information Modeling (BIM), già diffuso in Italia da quest’anno anche se non abbastanza.

Il Decreto BIM (DM 560/2017) prevede, infatti, che dal 2019 scattasse l’obbligo di utilizzare metodi e strumenti elettronici di modellazione delle opere pubbliche con questa scansione temporale:

– dal 2019 per le opere oltre i 100 milioni di euro;
dal 2020 per i lavori complessi oltre i 50 milioni di euro;
– dal 2021 per i lavori complessi oltre i 15 milioni di euro;
– dal 2022 per le opere oltre i 5,2 milioni di euro;
– dal 2023 per le opere oltre 1 milione di euro;
– dal 2025 per tutte le nuove opere.

Il Decreto stabilisce anche l’utilizzo di piattaforme interoperabili a mezzo di formati aperti non proprietari da parte delle stazioni appaltanti ed è definito l’utilizzo dei dati e delle informazioni prodotte e condivise tra tutti i partecipanti al progetto, alla costruzione e alla gestione dell’intervento.

Il Decreto BIM disciplina poi gli adempimenti preliminari delle stazioni appaltanti che devono aver già adottato un piano di formazione del personale, un piano di acquisizione o di manutenzione di hardware e software di gestione dei processi decisionali e informativi e un atto organizzativo che espliciti il processo di controllo e gestione, i gestori dei dati e la gestione dei conflitti.

Per quanto riguarda la formazione del personale il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasposti (MIT) ha annunciato a fine novembre che il Provveditorato Interregionale alle OO.PP per il Lazio, Abruzzo e Sardegna ha avviato la formazione del proprio personale per la gestione in BIM dei nuovi appalti e per acquisire tutti gli strumenti digitali necessari.

L’iniziativa formativa “è stata voluta non solo per la sua obbligatorietà, quanto piuttosto per la convinta consapevolezza che il BIM sia uno strumento fondamentale per la progettazione, negoziazione, esecuzione e collaudo delle costruzioni – è il commento del MIT all’annuncio pubblicato da edilportale.com – Infatti, nel nuovo modello tridimensionale (BIM), le informazioni vengono inserite, in una logica di rete ed interagiscono, sinergicamente, con tutti i soggetti a vario titolo coinvolti”.

“L’iniziativa BIM – conclude il MIT – è stata attuata dal Provveditore anche per il desiderio di formare il proprio personale e per reinterpretare il loro modo di lavorare a servizio della collettività, fermi restando i principi di trasparenza, economicità, efficienza ed efficacia propri della pubblica amministrazione”.

 

Foto credit: Bimportale

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