Architettura fungina: Il futuro dell’edilizia sono i funghi, lo dice una ricerca europea

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Altro che cemento, il futuro dell’edilizia sono i funghi: lo dice una ricerca finanziata dall’UE, pubblicata da Business Insider.

Un progetto ambizioso per rendere il materiale edile più “vivo e reattivo”. L’idea un po’ fantascientifica, portata avanti da un gruppo di ricercatori, è quella di sviluppare un’architettura completamente naturale e biodegradabile a bassissimo impatto ambientale.

Un’esigenza, purtroppo, dettata dalla storia. In Europa, infatti, l’industria dell’edilizia è responsabile della produzione di circa il 40% dell’inquinamento atmosferico.

Utilizzare, invece, una struttura organica e vivente al posto del cemento renderebbe le costruzioni meno dipendenti dai combustibili fossili e più compatibili con la natura.
Le città diventerebbero così più ecologiche, completamente naturali e fatte di materiali totalmente biodegradabili. 

Queste le condizioni che hanno fatto nascere Fungar, il progetto di architettura fungina che ha riunito esperti delle Università gallesi, olandesi e danesi e perfino un’azienda italiana, specializzata nell’usare il micelio per costruire pavimenti e pannelli fono assorbenti. I funghi, infatti, hanno un’elevata gamma di proprietà meccaniche che li rende perfetti per realizzare schiume, elementi d’arredo, e perfino strutture plastiche ed infissi.

Il substrato del micelio, dunque, non è solo un buon materiale di costruzione ma, con l’aggiunta di nanoparticelle, polimeri e circuiti elettronici diventa persino “intelligente”. Questi componenti elettronici lo rendono, infatti, un tessuto bioelettrico, capace dunque di interagire e fornire informazioni a sistemi computerizzati di gestione.

In questo modo è sufficiente che esista una struttura che gestisca il sistema di informazioni per permettere al tessuto fungino di modificarsi in modo naturale. E in risposta a queste esigenze, ampliarsi e creare forme aggiuntive.

Il primo edificio modello è già in programma, nel frattempo i test della NASA portano i funghi su Marte

L’interesse crescente per i materiali naturali è ormai un dato di fatto. Già nelle scorse settimane avevamo segnalato, attraverso le pagine di questo blog, il potenziale economico di scelte più sostenibili nel mercato edilizio. Un interesse che per molti versi è si è già concretizzato.

Diverse aziende sono, infatti, impegnate attivamente in soluzioni pratiche di applicazione del micelio. E la progettazione di un intero edificio costruito in biomateriali è in programma per un prossimo futuro.

L’utilizzo dei funghi in ambito costruttivo, però, non è una novità assoluta. La NASA da tempo effettua test e sperimentazioni per l’utilizzo dei funghi nella costruzioni di basi sulla Luna e su Marte.

Anche il cemento può diventare vivo: una soluzione differente dall’Università del Montana

Meno drastico l’approccio di un gruppo di ricercatori del Montana che hanno sviluppato uno speciale cemento “vivo”. Grazie all’ausilio dello Synechocco, un cianobatterio che fotosintetizza come le piante, hanno ottenuto un cemento solido capace di replicarsi. Una scoperta che, in teoria, permetterebbe di ottenere un mattone, tagliarlo, e realizzarne altri a partire dal primo. Un’idea purtroppo non ancora totalmente sviluppata.

Nonostante, però, non sia ancora possibile costruire un palazzo con questo sistema, né con l’architettura fungina, è sempre più evidente che ridurre l’impronta ecologica del nostro abitare è diventato un obiettivo primario per tutti.

Foto di jggrz da Pixabay

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