Ance: per le imprese edili serve un “Piano Marshall”

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Ance imprese edili

Servono soluzioni rapide e concrete

“Dall’inizio dell’emergenza sanitaria, il settore delle costruzioni resta in attesa di provvedimenti che siano in grado di offrire soluzioni rapide e concrete alle esigenze di moltissime imprese, che sono già state vessate, tartassate e penalizzate durante una crisi durata più di 10 anni e che rischiano ora di scomparire definitivamente, con conseguenze drammatiche per il lavoro e per l’economia”.

Con queste parole si è aperta l’Audizione Ance alla conversione in legge del DL 8 aprile 2020 n. 23, recante misure urgenti in materia di accesso al credito e di adempimenti fiscali per le imprese, di poteri speciali nei settori strategici nonché interventi in materia di salute e lavoro, di proroga di termini amministrativi e processuali” (DDL 2461/C).

“In Italia, continuano a mancare misure shock, in particolare per rimettere rapidamente in moto il settore delle costruzioni; misure che, invece, molti nostri partner europei hanno adottato con tempestività, già all’inizio della crisi, dando certezze e prospettive alle loro economie – ha sostenuto L’Ing. Rodolfo Girardi, Vice Presidente Centro Studi Ance – Da questo punto di vista, il decreto liquidità è una nuova occasione persa: è il secondo provvedimento a carattere economico dall’inizio dell’emergenza, dopo il “Cura Italia”, ma non contiene nessuna delle misure prioritarie che le imprese di costruzioni aspettano in questo momento. Certamente, alcune delle misure contenute del decreto sono state invocate, anche dall’Ance, in passato e avrebbero potuto, al tempo, essere di grande utilità, ma com’è possibile pensare, oggi, di aiutare le imprese solo attraverso un ulteriore indebitamento? E perché le imprese dovrebbero indebitarsi quando ci sono ancora 6 miliardi di crediti arretrati che devono ricevere dallo Stato o aspettano ancora di sapere se verranno riconosciuti i maggiori costi dovuti alla pandemia da COVID-19″.

Il “Piano Marshall” proposto da Ance

Ance propone un vero e proprio “Piano Marshall” per l’Italia. L’accelerazione dei pagamenti alle imprese, insieme a una forte iniezione di risorse nelle casse degli enti locali (annessa alla possibilità di spenderle in tempi rapidi e in assoluta trasparenza per infrastrutture sostenibili, senza dover ricorrere a procedure straordinarie) sono solo alcune delle proposte messe in campo. Occorre inoltre rendere efficiente, snello, rapido e trasparente il processo decisionale che sta a monte di ogni intervento sia pubblico che privato.

“Sotto il profilo fiscale, il provvedimento, pur intervenendo su molteplici aspetti di natura formale e sostanziale, non incide in maniera determinante nella direzione di un sostegno reale alla liquidità delle imprese del settore delle costruzioni“.

Ance segnala in particolare una valutazione negativa sulle norme regolanti il riconoscimento della sospensione dei versamenti fiscali e contributivi: andrebbe modificato infatti il meccanismo di verifica di mancata liquidità, previsto dall’art.18 del DL 23/2020, in base al quale sono sospesi i termini dei versamenti tributari e contributivi in autoliquidazione in scadenza nei mesi di aprile e maggio 2020.

“Il riconoscimento del beneficio si basa su un meccanismo di verifica della perdita di liquidità dell’impresa non affatto idoneo a rappresentare genericamente la perdita subita da tutti i settori produttivi, e ancor più inadeguato per le imprese del settore edile, che presentano una struttura patrimoniale, una dinamica finanziaria e soprattutto una redditività del tutto peculiari, non facilmente raffrontabili con i più diffusi indici e flussi finanziari e/o reddituali costanti”.

Ance propone di inserire come indicatore di mancata liquidità il confronto fra il fatturato registrato nel periodo 2020 di blocco totale o parziale delle attività, stimato mese per mese, confrontato con un valore corrispondente al fatturato medio mensile registrato nel 2019. Laddove questa diminuzione sia almeno pari al 33% (o al 50%, a seconda che i ricavi dell’impresa siano entro o oltre i 50 milioni di euro), sarà riconosciuta all’impresa la sospensione dei versamenti.

Inoltre richiede di sospendere:
–  per 6 mesi, la verifica sulla “Regolarità Fiscale” dei beneficiari di pagamenti della P.A. (art.48-bis, DPR 600/1973) che, alla luce della sospensione del versamento degli importi derivanti dalle cartelle esattoriali, nonché di quella concernente l’attività di accertamento e di notifica degli atti di pignoramento, è resa impossibile, determinando in sostanza il blocco dei pagamenti degli importi contrattuali;
–  sempre nel periodo 8 marzo-31 maggio, i termini connessi ai cd “Avvisi Bonari”, ossia le comunicazioni di irregolarità emesse dell’Agenzia delle Entrate a seguito di controlli automatici o formali sulle dichiarazioni dei redditi o IVA, che, ad oggi, non subiscono alcun rinvio, esponendo i contribuenti, in caso di mancato pagamento, al rischio di iscrizione “a ruolo” della somma non pagata.

Infine, Ance ritiene opportuno prevedere nel Decreto una modifica al Fondo di garanzia per la prima casa, innalzando la percentuale garantita in caso di mutui con un più elevato rapporto tra l’importo del finanziamento e il prezzo d’acquisto dell’immobile. In questo modo sarebbero sostenute le fasce più fragili della popolazione che potrebbero accedere, a costi contenuti, al mercato immobiliare, pesantemente colpito dagli effetti dell’emergenza sanitaria.

Foto credit: LEEROY Agency

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