La scuola in questo momento, come negli ultimi mesi, è al centro del dibattito pubblico perché fonte di preoccupazioni di varia natura, dovute all’emergenza Coronavirus. È il suo valore sociale, ma anche la sua costruzione come spazio, a tenere le redini di elaborazioni teoriche, previsioni e analisi di esperti e politici.
Che sia necessario un ripensamento complessivo della scuola sembra però opinione generalizzata. Anche dal punto di vista dell’architettura.
Gli ambienti di apprendimento vanno ripensati “in modo siano a misura di studente e rispondano all’obiettivo di realizzare una scuola aperta, coesa e inclusiva, attenta, oltre che a garantire la salute fisica e psicologica, alla influenza che le scelte architettoniche possono avere sulla didattica attiva, sul benessere e sulla socializzazione”. È quanto dichiarano CNAPPC e INDIRE all’indomani di un incontro che darà l’avvio ad una collaborazione che dovrebbe portare entro fine ottobre alla firma di uno specifico accordo quadro.
Serve – dichiarano Giovanni Biondi, presidente di Indire e Giuseppe Cappochin, Presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori (CNAPPC) in un comunicato – “un approfondimento sulla nuova concezione dello spazio didattico, conseguente e funzionale ad una diversa organizzazione della didattica, segno tangibile della rivoluzione in atto quale risposta alla profonda emergenza educativa che si trascina da oltre 20 anni”.
Una rinnovata alleanza, dunque, tra architettura e pedagogia che risponda alla necessità di diversificare la didattica e trasformare l’insegnamento da “passivo” in “attivo”, insegnamento che può essere realizzato solo in ambienti funzionali a questi obiettivi progettati per l’apprendimento e la centralità dello studente.
Tra le azioni programmatiche del futuro accordo:
– la promozione e il coordinamento di progetti di ricerca e di eventi di formazione incentrati sulle sinergie tra pedagogia e architettura per approfondire e condividere la conoscenza di modelli progettuali ed organizzativi innovativi;
– la documentazione e disseminazione di esperienze e buone pratiche;
– la realizzazione di analisi di indirizzi e soluzioni innovative;
– lo sviluppo di azioni che coinvolgano gli stakeholder in un vasto processo di rinnovamento e modernizzazione del patrimonio edilizio.
Foto credit: Michal Jarmoluk