Il settore edile chiede l’intervento del Governo per affrontare il problema dei rincari delle materie prime. La settimana scorsa la deputata Erica Mazzetti (FI) ha chiesto al Governo di affrontare il problema delle variazioni dei prezzi dei materiali che si sono verificate nel 2021 e di introdurre un meccanismo di compensazione urgente e straordinario per i lavori eseguiti nel 2021.
L’interpellanza mette in luce un fenomeno evidente: rincari record (insostenibili) dei costi dei materiali che rischiano di mettere in seria difficoltà il settore edile, fortemente colpito dalla pandemia e che ancora subisce gli effetti della crisi iniziata nel 2007.
“L’aumento dei prezzi – si legge nel documento– è cominciato a fine 2020 e riguarda soprattutto metalli, materie plastiche derivate dal petrolio, calcestruzzo e bitumi. Ad esempio, il tondo per cemento armato fa segnare un incremento del 117% tra novembre 2020 e aprile 2021. L’attuale elevato aumento dei prezzi di materiali per il settore delle costruzioni – spiega Mazzetti – sta mettendo a rischio i cantieri in corso e sta riducendo ulteriormente i margini delle imprese di appalti pubblici e privati, che già vivono, come e più di altri comparti produttivi, una forte crisi, e che, nel caso del settore delle costruzioni, è ormai decennale… Ulteriori forti incrementi si sono registrati anche in altri materiali di primaria importanza per l’edilizia, come, ad esempio, i polietileni (+40% tra novembre 2020 e febbraio 2021), il rame (+17%), il petrolio (+34%) e i suoi derivati“.
Una dinamica che sarebbe causata, secondo l’ultimo rapporto Ocse del dicembre 2020, dall’improvvisa crescita della domanda del settore delle costruzioni cinese, che avrebbe generato, a livello globale, un effetto al rialzo sul costo dell’acciaio e la sua filiera.
A questo si devono aggiungere gli effetti della pandemia: chiusure industriali e commerciali nel mondo con conseguente riduzione dell’offerta e poi, la ripresa che ha di converso generato un forte aumento della domanda.
Come sottolineato dall’Ance – riporta l’interpellanza -, “tutti questi rincari eccezionali rischiano di frenare gli interventi già in corso e di mettere a rischio quelli previsti dal Recovery Plan, qualora non si intervenga tempestivamente”.
Nelle sue analisi, l’Associazione Nazionale dei Costruttori, riconduce questi rincari alle turbolenze internazionali e contesta la tesi secondo cui a generare gli aumenti contribuisca il crescente utilizzo del Superbonus. I fenomeni di rialzo dei prezzi dei materiali, non solo sono stati denunciati anche da altri settori industriali (come quello dell’automotive per fare un esempio) ma coinvolgono i mercati internazionali e non possono essere attribuiti a dinamiche interne del mercato italiano.
I costruttori italiani e il presidente dell’Ance, Gabriele Buia, hanno chiesto al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, di varare misure straordinarie capaci di fronteggiare l’aumento record dei prezzi dei materiali ed evitare il sostanziale blocco di buona parte dei lavori pubblici in corso. Inoltre, suggeriscono di registrare le variazioni percentuali dei prezzi medi su base trimestrale e di introdurre dei meccanismi di controllo dell’aumento o diminuzione dei prezzi tali che, al superamento di una certa soglia percentuale, si attivino dei meccanismi di compensazione per riconoscere alle imprese gli incrementi eccezionali, da applicare a tutti i lavori in corso.