Il report di Cerved evidenzia la netta frattura che divide il nostro Paese
Realizzato in collaborazione con Innovation Team e Cerved Rating Agency, il Rapporto Italia Sostenibile per l’anno 2021 elenca le debolezze del Mezzogiorno rispetto alle più sostenibili province del Nord e mostra la correlazione tra la sfera economica e quelle sociale e ambientale.
L’obiettivo dichiarato dal noto Information Provider italiano è stato quello di promuovere l’uso di un approccio data-driven per analizzare i temi della sostenibilità.
Il Rapporto, infatti, è stato elaborato a partire da 280 indicatori, aggregati in 20 criteri che compongono gli indici di sostenibilità economica, sociale e ambientale – che insieme restituiscono l’indice di sostenibilità generale.
Cerved ha così proposto una nuova metodologia basata su una valutazione integrata che prenda in considerazione gli impatti economici, sociali e ambientali delle policy pubbliche o degli interventi dei privati.
Gli indicatori sono stati applicati ad ognuna delle province sul nostro territorio nazionale, permettendo così la realizzazione della prima mappa italiana della sostenibilità.
Il risultato finale evidenzia una forte spaccatura fra il Nord e il Sud della nazione. Se da un lato Bolzano, Milano e Bologna vengono indicate tra le “province eccellenti” – ovvero caratterizzate da un livello di sostenibilità elevato ed equilibrato – dall’altro Trapani, Agrigento e Crotone mostrano invece forti criticità in tutte e tre le dimensioni economica, sociale e ambientale.
Rispetto al Sud, le aree del Settentrione che possiedono un sistema produttivo più solido riescono a garantire ai propri cittadini occupazione e redditi, migliori prestazioni di welfare e più investimenti nel settore della tutela dell’ambiente e del territorio.
Il divario è stato poi ampliato dalla pandemia, e le province più svantaggiate del Mezzogiorno risultano essere quelle che investono meno in servizi sociali e tutela del territorio.
Il Rapporto non dimentica sottolineare un altro dato, anche questo effetto diretto della pandemia, che rischia di ostacolare la transizione digitale e ambientale alla base della strategia NextGeneration EU.
Per l’attuazione del piano, l’Unione Europea ha deciso di stanziare 209 miliardi di euro all’Italia; tuttavia, la contrazione degli investimenti delle imprese per effetto del Covid, che ammonterebbe a 68 miliardi di euro, potrebbe rallentare la ripresa e penalizzare ulteriormente le regioni del Sud.
È in questo contesto che si inserisce l’appello di Legambiente, che ha già precedentemente avanzato delle proposte per la gestione delle risorse del Recovery Plan.
L’associazione si è recentemente schierata a favore dei piccoli Comuni, il cui livello di sostenibilità economica viene da tempo compromesso da isolamento e scarsi investimenti in infrastrutture reali e digitali.
Ancora una volta, quindi, Legambiente ha invitato il Governo ad attuare una distribuzione più equilibrata delle risorse del PNRR e una rigenerazione urbana e sociale basata sulla green economy.