Caro materiali, dal Governo purtroppo ancora nulla di fatto

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Foto di annawaldl da Pixabay

Sono giorni difficili per il mercato edile che continua a confrontarsi con il caro materiali causato dalla pandemia. L’impennata dei prezzi continua a riguardare soprattutto metalli, plastiche, calcestruzzo e bitumi. Aumenti che secondo alcune statistiche e verifiche si aggirano tra il 20% e il 50%.

Il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili (Mims) si era impegnato a rilevare entro il 31 ottobre 2021 tutte le variazioni, in aumento o in diminuzione, superiori all’8% dei prezzi dei principali materiali da costruzione. Il Decreto Sostegni-bis aveva, infatti, introdotto un meccanismo per la compensazione dell’aumento dei prezzi dei materiali da costruzione. Compensazione prevista con l’utilizzo dei ribassi d’asta e degli accantonamenti e l’istituzione di un Fondo da 100 milioni di euro presso il MIMS stesso. Ma ad oggi nulla è stato fatto.

La denuncia di Assistal

“Viviamo un’attesa asfissiante per le imprese poiché non c’è ancora traccia del provvedimento attuativo da parte del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili (MIMS) che deve rilevare le variazioni percentuali dei singoli prezzi dei materiali da costruzione per il primo semestre 2021 – è la denuncia del presidente di Assistal, Angelo Carlini – Vogliamo richiamare l’attenzione del Ministero competente affinchè il decreto, malgrado l’esiguo stanziamento delle risorse finora previste, sia pubblicato quanto prima per consentire alle imprese appaltatrici di attivarsi, presentando la relativa richiesta di compensazione alle stazioni appaltanti. Inoltre, è necessario un intervento estensivo anche al mercato privato in quanto i rincari crescenti dei prezzi dei materiali stanno impattando seriamente sulla tenuta finanziaria delle imprese impegnate nei cantieri del Superbonus 110%.”

“Sotto quest’ultimo profilo” – ha concluso Carlini, come si legge su edilportale.com – “i rincari speculativi dei prezzi dei materiali rischiano di vanificare gli sforzi messi in campo per rilanciare il settore delle costruzioni depotenziando la misura del Superbonus. Nella situazione attuale le imprese, da un lato, non possono ottenere l’asseverazione della congruità dei costi realmente sostenuti perché i prezzari di riferimento non riescono a tener conto del continuo crescente rincaro dei prezzi dei materiali. Dall’altro, committenti e imprese rischiano di beneficiare del Superbonus in maniera parziale dal momento che i costi delle opere eccedono i massimali di spesa previsti dalla normativa”.

La Conferenza delle Regioni chiede un tavolo tecnico

Già lo scorso 26 maggio, il presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga aveva richiesto al presidente Draghi la costituzione di un tavolo tecnico per affrontare l’emergenza.
 
Ad oggi non è stata data alcuna risposta e le Regioni unite tornano a chiedere la costituzione del tavolo tecnico che possa emanare linee guida nazionali, evitando così un frazionamento dei diversi territori che inevitabilmente creerebbe ulteriori confusioni e conflittualità. 

La problematica ormai non più rinviabile perchè rischia di creare difficoltà anche ai cantieri che si attiveranno grazie al PNRR.
 
“Non c’è più tempo da perdere – dice Marco Scajola, vicepresidente della Commissione Infrastrutture, Mobilità e Governo del Territorio della Conferenza delle Regioni e assessore regionale in Liguria – il Governo ci ha ribadito che, con risorse proprie, vorrà coprire i primi sei mesi dell’anno per le imprese che seguono appalti nazionali; questo non è assolutamente sufficiente perché verrebbero impiegate scarse risorse destinate solo ai cantieri nazionali”.

Sisma 2016 e caro materiali

Nel frattempo il Commissario Straordinario per la ricostruzione, ha stabilito che nei cantieri del Centro Italia, i contributi per la ricostruzione post-sisma saranno riparametrati per tenere conto dell’incremento registrato.

Le disposizioni del Commissario straordinario di fatto aumentano i contributi per la ricostruzione destinati ai cittadini e alle imprese coinvolte. 

“La ricostruzione nel Centro Italia, nonostante la pandemia, ha avuto nell’ultimo anno una forte accelerazione. Negli ultimi mesi sta scontando delle difficoltà, legate soprattutto all’aumento dei prezzi dei materiali. Non possiamo permetterci una nuova battuta d’arresto” – sono le parole del Commissario, Giovanni Legnini – Con l’Ordinanza abbiamo deciso un incremento dei contributi del 6% per la riparazione delle abitazioni. Dell’11% per il ripristino degli immobili produttivi, sulla base dell’indice Istat dei prezzi. L’aumento del contributo si applicherà anche ai cantieri già avviati, molti dei quali oggi si trovano in difficoltà. L’Ordinanza prevede diverse altre misure per favorire e sostenere le imprese del cratere che hanno subito danni con il terremoto e quelle che sono attive nella ricostruzione”.

Che sia un inizio? Resta comunque fuori dal provvedimento la maggior parte del territorio italiano, per cui le imprese chiedono al Governo un intervento urgente.

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