I dati ENEA confermano che è stata superata la soglia dei 33,3 miliardi di euro stanziati dal governo. Mentre molte banche bloccano l’acquisto dei crediti, ci si interroga sulle sorti del Superbonus e sul futuro imminente dei cantieri avviati.
Gli ultimi dati diffusi da ENEA parlano chiaro: i fondi stanziati dal governo per finanziare il Superbonus sono finiti, anzi il totale delle agevolazioni prenotate ha già superato di 400 milioni di euro la soglia dei 33,3 miliardi messi a disposizione dallo Stato. Le sorti dell’incentivo sono incerte e la possibilità che la misura non venga rifinanziata è un timore fondato. Il Presidente del Consiglio Mario Draghi si era già espresso contro il provvedimento, che avrebbe triplicato i costi degli interventi di efficientamento energetico e sarebbe diventato insostenibile per lo Stato. La proroga del Superbonus fino al 2023 è probabile, ma dilatare i tempi non basta, soprattutto a seguito del blocco della cessione dei crediti. Le banche, infatti, hanno esaurito il proprio spazio fiscale e non riescono più a compensare i crediti con i contributi da versare.
Lo stop alla cessione del credito
Il meccanismo della cessione del credito aveva già subito rallentamenti nei mesi scorsi, ben prima della diffusione del report Ance. Molti istituti, come Poste Italiane, Unicredit e Intesa San Paolo hanno iniziato a bloccare l’acquisto dei crediti a seguito della quantità eccessiva di richieste ricevute.
Questa situazione ha pesanti ripercussioni per le imprese edili. Secondo un’indagine condotta dalla Cna, la Confederazione Nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa, il blocco della cessione dei crediti mette a rischio di fallimento 33mila imprese artigiane e potrebbe causare la perdita di 150mila posti di lavoro in tutta la filiera delle costruzioni.
L’allarme dell’Ance
Dopo il blocco dell’acquisto dei crediti, l’Ance chiede al governo una strategia per rimodulare il Superbonus e salvaguardare le imprese del settore edile. Come si legge nell’intervista che la neo presidente dell’Associazione, Federica Brancaccio, ha rilasciato a Il Sole 24 Ore, «Sulla nostra chat interna arriva una valanga di messaggi di imprese disperate: spero sia chiaro che stiamo rischiando decine di migliaia di fallimenti. […] Al governo dico: convocateci a un tavolo in cui mettiamo a punto una exit strategy da questa situazione che cambia regole ogni settimana e mette le imprese con le spalle al muro».
Cosa succederà ai cantieri
Per i cantieri si prospettano scenari diversi. Quelli già avviati dovranno comunque ultimare i lavori per poter usufruire degli sgravi fiscali. Il rischio maggiore è per chi ha avviato i lavori più di recente. Per accedere al bonus, infatti, è necessario che almeno il 30% degli interventi venga completato entro il 30 giugno del 2023. Se l’impresa non riceve i fondi, è verosimile che non proseguirà con il cantiere e che, di conseguenza, i lavori non verranno ultimati. I progetti in fase di approvazione rischiano invece di non partire affatto.
Le richieste che arrivano dalle banche e dalle associazioni di categoria sono diverse, una tra tutte la possibilità di una maggiore apertura sulla cessione del credito. Le sorti del Superbonus si decideranno nei prossimi giorni, vi terremo aggiornati con le ultime novità.