Gli interventi selezionati serviranno ad adeguare le infrastrutture italiane alle emergenze idriche
Oltre quattro miliardi di euro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza saranno destinati al potenziamento, completamento e manutenzione straordinaria delle reti idriche nazionali.
Le misure delineate rientrano in quattro macro categorie e gli investimenti saranno divisi come segue:
- 2 miliardi di euro per le nuove infrastrutture idriche primarie su tutto il territorio nazionale;
- 900 milioni di euro per la riparazione, la digitalizzazione e il monitoraggio integrato delle reti idriche;
- 880 milioni di euro per il potenziamento e l’ammodernamento del sistema irriguo nel settore agricolo;
- 600 milioni di euro per la depurazione di acque reflue da riutilizzare in agricoltura e manifattura.
L’Italia sembra trovare così il modo di rilanciare in un’ottica più sostenibile l’industria idrica, con particolare interesse alle regioni centro-meridionali alle quali sarà destinato circa il 40% del fondo.
I lavori individuati corrispondono alle stesse aree di interesse riportate nell’agenda 2023 del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, che ha già completato con successo gli obiettivi previsti per il primo trimestre del 2022 e si apprestare a raggiungere i prossimi traguardi.
Ammodernare le infrastrutture idriche primarie
Sono 25 i progetti che usufruiranno del fondo di 2 miliardi di euro per migliorare i sistemi di approvvigionamento di acqua potabile nelle aree urbane ed irrigue. L’investimento si propone a tal proposito di potenziare le strutture di derivazione, stoccaggio e fornitura idrica primaria presenti sul territorio nazionale.
Obiettivo finale sono l’adeguamento e il mantenimento della sicurezza delle opere strutturali, così da aumentarne la resilienza per rispondere al meglio ai cambiamenti climatici in atto.
Gli appalti pubblici dovranno essere tutti aggiudicati entro settembre 2023, mentre gli interventi sui sistemi idrici potranno essere completati per marzo 2026.
Ridurre le perdite d’acqua
Secondo Confartigianato, negli ultimi dieci anni l’Italia ha diminuito del 30% la spesa pubblica per la gestione dell’acqua. Un piccolo traguardo, ma non una vittoria: a far salire i costi sono infatti le elevate perdite della rete di acquedotti causate dal mancato ammodernamento delle infrastrutture idriche.
Il secondo punto dell’elenco intende così realizzare almeno 25 mila km di nuove reti idriche per la distribuzione di acqua potabile, introducendo sistemi digitalizzati che permetteranno un controllo intelligente della risorsa idrica.
Il budget a disposizione ammonta a quasi 900 milioni di euro e anche in questo caso gli appalti degli interventi finanziati dovranno essere definiti entro settembre 2023.
Rafforzare l’agro-sistema irriguo
Nel periodo estivo la forte siccità mette a dura prova il comparto agricolo che, ancora secondo l’analisi di Confartigianato, arriva a consumare quasi 12 miliardi di metri cubi di acqua per l’irrigazione dei terreni e la zootecnica.
Il fondo da 880 milioni di euro servirà a sviluppare nuovi impianti di irrigazione dotati di tecnologie innovative, così da attenuare gli effetti delle crisi idriche sulla produzione.
Gli interventi selezionati consentiranno una maggiore e più costante disponibilità di acqua per le coltivazioni, grazie all’installazione di contatori e sistemi di gestione a distanza per la misurazione e il monitoraggio dei consumi.
In questo caso l’aggiudicazione di tutti gli appalti pubblici andrà notificata per dicembre 2023.
Depurare le acque reflue
L’ultima misura stanzia 600 milioni a favore delle reti di fognatura e degli impianti di depurazione e include sia gli impianti ancora in progetto su carta, sia quelli in fase di costruzione e non ancora ultimati.
Dove possibile, i lavori seguiranno il modello delle “fabbriche verdi” e le infrastrutture necessarie saranno realizzate in modo da poter ricavare l’energia e i fanghi utili per i processi industriali dalle stesse acque di scarico.
Anche in questo caso la notifica dell’aggiudicazione dei lavori dovrà avvenire entro e non oltre settembre 2023.