La modifica all’emendamento elimina il vincolo del 1° maggio 2022 come data di decorrenza per le cessioni facilitate
Il Decreto Semplificazioni scioglie il nodo dei crediti rimasti incagliati e ne favorisce lo smaltimento per le banche che hanno riempito i propri cassetti fiscali e non sono più riuscite a rivendere.
L’emendamento al DL 73/2022 è stato votato alla Camera lo scorso 27 giugno 2022 con 355 voti favorevoli, 31 contrari e 11 astenuti. Il decreto passa adesso al Senato per l’ufficialità e la conversione in legge è fissata entro il 20 agosto 2022.
Evitare il collasso
La novità principale del DL Semplificazioni riguarda l’abrogazione del comma 3 dell’articolo 57 del DL Aiuti che, seppure abbia provato a sbloccare il mercato delle cessione, ha proposto alcune misure che non sono state sufficienti a rispondere alle richieste degli operatori di settore.
Il provvedimento, approvato dalla Camera l’8 luglio 2022, ha infatti riconosciuto alle banche la possibilità di cedere i crediti dei bonus edilizi a tutte le partite IVA senza obbligo di ulteriore cessione.
Allo stesso tempo, però, ha anche vincolato il meccanismo della cessione alla data della prima comunicazione inviata all’Agenzia delle Entrate e ha posto il 1° maggio 2022 come data spartiacque. Ciò significa, quindi, che le banche non sarebbero riuscite a svincolare i crediti precedenti a questa data.
Secondo le stime dell’Ance, dall’1 luglio 2021 al 31 maggio 2022 sono stati avviati circa 150.00 interventi per un totale di 27 miliardi di euro; eppure la metà di questa somma (13,5 miliardi per la precisione) rischia di rimanere bloccata.
“Il Decreto Aiuti non ha risolto importanti problemi sul fronte della cessione dei crediti relativi a interventi precedenti maggio 2022” ha sottolineato il coordinatore del Gruppo di lavoro Oice Superbonus, Fabio Tonelli. “Confidiamo quindi molto sulla nuova norma del DL Semplificazioni fiscali che potrebbe evitare tante difficoltà a professionisti, studi e società che hanno preso in carico tali interventi”.
Un’analisi di scenario
Sempre dall’Ance arriva uno studio sugli interventi agevolati dal Superbonus, suddivisi per regioni, che sono stati avviati a partire da luglio 2021.
Stando all’analisi, gran parte dei 150.000 progetti iniziati sono divisi tra Lombardia, Veneto e Lazio. Seguono poi Emilia-Romagna, Toscana, Piemonte e Sicilia, che però fa registrare oltre un terzo delle opere incompiute sparse sul territorio nazionale.
Dal canto suo, l’Oice (Associazione delle organizzazioni italiane di ingegneria, architettura e consulenza tecnico-economica) precisa che il 48% degli interventi finanziati dal Superbonus interessa i condomini. Si registrano buoni risultati anche per i lavori di prevenzione sismica e riduzione del divario tra Nord e Sud Italia.
Un’ulteriore conferma dell’impatto positivo del Superbonus arriva anche da Nomisma, società specializzata in ricerche di mercato e consulenze, che ha pubblicato un primo bilancio sugli effetti economici, ambientali e sociali della maxi-detrazione.
Dallo studio infatti emerge che, a fronte dei 38,7 miliardi di euro finora investiti dallo Stato, l’incentivo ha generato un valore economico pari a 124,8 miliardi di euro, equivalente al 7,5% del PIL.
Il futuro dell’agevolazione al 110% è adesso quantomai incerto e dibattuto, ma un fatto resta comunque oggettivo: si tratta di uno strumento fondamentale per trainare il nostro Paese verso migliori prospettive.