Codice Appalti: le novità introdotte e le reazioni dei progettisti

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Il Consiglio dei Ministri approva il nuovo Codice Appalti che introduce molti cambiamenti, uno su tutti il ritorno dell’appalto integrato. «Il nuovo Codice creerà più lavoro, taglierà la burocrazia, faciliterà il lavoro delle PMI e dei Comuni». Le reazioni dei progettisti non si sono fatte attendere.

Il Consiglio dei Ministri ha approvato in via preliminare il nuovo Codice Appalti, nella giornata del 16 dicembre scorso. Durante la conferenza stampa che si è tenuta al termine della riunione, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, ha anticipato che «il nuovo codice dovrà tagliare burocrazie, tempi persi e sprechi, offrirà più lavoro e verrà incontro alle esigenze delle Pmi e dei comuni medi e piccoli, garantirà trasparenza, partecipazione e dibattito, ma permetterà di aprire cantieri in tempi più veloci». 

Le novità del Codice Appalti 

Il nuovo Codice Appalti pone al centro il principio del risultato: affidamento ed esecuzione del contratto devono essere tempestivi e garantire il migliore rapporto tra qualità e prezzo. Le novità e le modifiche introdotte dal codice sono diverse.

Spinta verso la digitalizzazione

Altro cardine del Codice Appalti, la digitalizzazione è vista come il motore per modernizzare il sistema dei contratti pubblici. Il decreto definisce un “ecosistema nazionale di approvvigionamento digitale” in cui troviamo la Banca dati nazionale dei contratti pubblici, il fascicolo virtuale dell’operatore economico e le piattaforme di approvvigionamento digitale. Inoltre, tutti i cittadini potranno richiedere l’accesso alla documentazione e agli atti.

Infrastrutture prioritarie

Il nuovo codice introduce l’inserimento delle opere prioritarie direttamente nel Documento di economia e finanza (DEF), a valle di un confronto tra Regioni e Governo. Inoltre, prevede la riduzione dei termini per la progettazione, l’istituzione di un comitato speciale dedicato all’esame di questi progetti e un meccanismo di superamento del dissenso. A questo proposito, il ministro ha chiarito che «il dibattito pubblico rimane, come è normale che sia, ma in tempi compatibili con la realizzazione delle opere pubbliche».

Ritorna l’appalto integrato

Il codice reintroduce la possibilità di inserire progettazione ed esecuzione dei lavori nello stesso contratto. Il ministro Salvini ha definito “fondamentale” per i piccoli comuni la formula dell’appalto integrato. Questo strumento, però, è da sempre osteggiato dai professionisti che lo additano come nemico della qualità della progettazione.

Affidamenti diretti 

Salgono a 140mila e 150mila euro i valori delle soglie degli appalti di servizi e forniture e di lavori che potranno essere affidati senza gara.  Si stabilisce il principio di rotazione secondo cui, in caso di procedura negoziata, è vietato procedere direttamente all’assegnazione di un appalto nei confronti del contraente uscente.
Per i concessionari scelti senza gara, è stabilito l’obbligo di appaltare a terzi una parte compresa tra il 50 e il 60% dei lavori, dei servizi e delle forniture. 

Subappalto “a cascata”

Il nuovo Codice Appalti introduce il cosiddetto subappalto a cascata, adeguandolo alla normativa e alla giurisprudenza europea attraverso la previsione di criteri di valutazione discrezionale da parte della stazione appaltante, da esercitarsi caso per caso.

Revisione dei prezzi

Confermato il meccanismo automatico anti-rincari. Il nuovo codice precede l’obbligo di inserimento delle clausole di revisione prezzi al verificarsi di una variazione del costo superiore alla soglia del 5% (nel vecchio codice, la soglia era fissata al 10%).

Le reazioni dei progettisti al nuovo Codice Appalti

I portavoce del CNAPP (Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori), di Fondazione Inarcassa e OICE (Organizzazioni di Ingegneria e Consulenza) criticano in particolare la reintroduzione dell’appalto integrato. Con la fase di progettazione relegata a un ruolo marginale, la qualità dell’opera passerebbe in secondo piano.

“Il progetto assume un ruolo fondamentale nel processo di ideazione, definizione ed esecuzione di un’opera pubblica. Trascurare questo aspetto costituisce un ritorno al passato ha dato Francesco Miceli, presidente del CNAPPC.
“Si è sempre sostenuta la centralità del progetto – commenta Franco Fietta, Presidente Fondazione Inarcassa – ora invece lo si limita quasi fosse un problema. Il risultato, ampiamente prevedibile, sarà un peggioramento della qualità progettuale, un arretramento sui temi della sicurezza e del rispetto dei vincoli, un incremento del contenzioso e delle varianti”.
“Nel nuovo codice – afferma Giorgio Lupoi, presidente dell’OICE – ci sono molte novità positive, ma sulla liberalizzazione dell’appalto integrato e sulla trasparenza il Governo, nel dare seguito alle richieste degli enti locali senza interloquire realmente con il nostro settore, sta facendo un grave errore”.

I prossimi step del Codice Appalti

La bozza di Codice dei contratti andrà al vaglio delle competenti Commissioni di Camera e Senato per poi tornare in Consigli dei ministri per il via libera definitivo.
Nel frattempo, i sindacati e i rappresentanti della filiera delle costruzioni chiedono l’istituzione di un tavolo di confronto presso la presidenza del Consiglio dei Ministri.

Fonti: Repubblica.it, Professionearchitetto.it, Ipsoa.it, Edilportale.com

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