Direttiva Case Green: cos’è e perché sta facendo discutere

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Nell’Unione Europea tutti gli edifici nuovi dovranno essere a emissioni zero entro il 2030; quelli già esistenti dovranno raggiungere lo stesso obiettivo entro il 2050. Traguardi e tempistiche della direttiva UE “Case Green” stanno facendo discutere tanto la politica quanto il settore edile. Secondo Ance, su 12 milioni di edifici residenziali, oltre 9 milioni non garantirebbero le performance energetiche indicate dalla nuova direttiva.  

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Aggiornamento del 23 ottobre
Dopo l’incontro del Parlamento Europeo del 12 ottobre 2023, sembra essere stata concessa più flessibilità agli Stati membri su tempi e target entro cui raggiungere gli obiettivi della Direttiva “Case Green”. Rimossa anche l’armonizzazione delle certificazioni energetiche tra i Paesi dell’Unione.
Per finalizzare il testo si attende il 7 dicembre, data in cui è stato fissato l’incontro definitivo tra Consiglio, Parlamento e Commissione Europea.
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Non è ancora stata approvata, ma ha già messo in allarme tanto la politica quanto il settore edile. La direttiva europea sull’efficientamento energetico delle abitazioni, ribattezzata “Case Green”, sarà discussa dalla Commissione energia del Parlamento europeo il prossimo 9 febbraio

È una direttiva che preoccupa perché sposta l’attenzione su un grosso problema del nostro paese: l’arretratezza del proprio patrimonio edilizio. Secondo le stime dell’Ance, infatti, su circa 12 milioni di edifici residenziali, oltre 9 milioni non rispetterebbero gli standard energetici richiesti dall’Europa. Le ristrutturazioni sarebbero quindi nell’ordine dei milioni, troppe da portare a termine entro le scadenze proposte dalla direttiva. Il rischio è che la maggior parte degli immobili italiani perda valore, creando forti tensioni, sia in termini economici che sociali.

In cosa consiste la direttiva Case Green

Secondo una comunicazione dell’esecutivo comunitario, agli edifici è imputabile circa il 40% del consumo totale di energia dell’UE e il 36% delle emissioni di gas a effetto serra. La Direttiva Case Green nasce proprio con lo scopo di ridurre questi consumi, aumentando la prestazione energetica nell’edilizia. 
La bozza della direttiva redatta dal Parlamento europeo propone che tutti gli immobili dell’UE dovranno raggiungere l’obiettivo zero emissioni entro il 2050. In particolare, gli edifici di nuova costruzione dovranno essere a emissioni zero già entro il 2030; per gli edifici esistenti sono previsti due step intermedi: la classe energetica E entro l’1 gennaio 2030, la D entro l’1 gennaio 2033. 
Fanno eccezione gli edifici storici, i luoghi di culto e gli edifici utilizzati a scopi di difesa. 

Gli interventi utili per migliorare la classe energetica di un edificio sono il cappotto termico, la sostituzione degli infissi, l’installazione di nuove caldaie a condensazione e di pannelli solari

La certificazione energetica degli edifici

La certificazione energetica nasce per promuovere il miglioramento del rendimento energetico degli edifici attraverso l’informazione fornita a proprietari e utilizzatori circa i consumi energetici richiesti per mantenere determinate condizioni ambientali interne. 
Si tratta di un documento redatto da un tecnico abilitato, che tiene conto delle caratteristiche architettoniche dell’edificio, dei prospetti, della zona climatica, dell’affaccio delle singole facciate, del tipo di riscaldamento e di tutto ciò che può influire sui consumi energetici.

Per differenziare le classi energetiche vengono usati degli indicatori che vanno da A+, che indica la classe energetica più performante a G, la meno performante:

  • A+ con un consumo massimo di 15 kWh/anno per metro quadro;
  • A 15-30 kWh per mq;
  • B 31-50 kWh per mq;
  • C 51-70 kWh per mq;
  • D 71-90 kWh per mq;
  • E 91-120 kWh per mq;
  • F 121-160 kWh per mq;
  • G oltre i 160 kWh per mq.

Le reazioni della politica alla Direttiva Case Green

Le reazioni alla Direttiva Case Green non si sono fatte aspettare e sono tutte negative.
Secondo Matteo Salvini, Ministro delle Infrastrutture e Trasporti, «La nuova norma avrebbe conseguenze drammatiche per il settore immobiliare del nostro Paese e per il patrimonio degli italiani. Tutti devono fare la propria parte per tutelare l’ambiente e rispettare il pianeta, ma non possiamo permettere questo stravolgimento».

In una lettera inviata a “Il Sole 24 Ore”, il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, puntualizza che il governo ha accettato soltanto l’orientamento generale della direttiva. «Gli Stati rimangono liberi di definire la traiettoria nazionale con cui conseguire un obiettivo comune […] nessun obbligo di ristrutturazione degli edifici esistenti è previsto al 2030, anno dal quale solo gli edifici residenziali di nuova costruzione dovranno essere a emissioni zero, mentre per gli edifici residenziali l’orizzonte è il 2050».

Direttiva Case Green: cosa ne pensano i professionisti dell’edilizia

Le associazioni di categoria hanno preso posizioni diverse rispetto alla Direttiva Case Green: c’è chi la vede come un’imposizione, chi come un’opportunità.

I pareri negativi

Secondo Ance, gli obiettivi fissati dalla direttiva sarebbero troppo stringenti e difficili da raggiungere mentre in Italia si lotta con il blocco dei crediti, le incertezze sui bonus e le continue modifiche normative. «Su 12,2 milioni di edifici residenziali, oltre 9 milioni non sono in grado di garantire le performance energetiche indicate dalle nuove direttive e soprattutto nei tempi brevi previsti» ha detto la presidente Federica Brancaccio in un’intervista a Il Messaggero.

Anche Confedilizia è della stessa opinione: «Se la proposta non dovesse essere modificata, dovranno essere ristrutturati in pochi anni milioni di edifici residenziali […]Inoltre, i tempi ridottissimi determineranno una tensione senza precedenti sul mercato, con aumento spropositato dei prezzi, impossibilità a trovare materie prime, ponteggi, manodopera qualificata, ditte specializzate, professionisti ecc. Nell’immediato, l’effetto sarà quello di una perdita di valore della stragrande maggioranza degli immobili italiani».
Entrando nel dibattito, ISI, Ingegneria Sismica Italiana, sottolinea un problema di altra natura: quello della sicurezza sismica degli edifici. «A nulla serve un buon intervento di riqualificazione se applicato su un edificio strutturalmente non idoneo».

E quelli positivi

Diverso il pensiero di FIRE, la Federazione Italiana per l’uso Razionale dell’Energia: «La netta opposizione di alcuni esponenti del governo non ha a nostro avviso molto senso, sebbene sia importante garantire alcuni elementi di flessibilità». La proposta di Direttiva sarebbe «un investimento per riqualificare gli edifici, che produrrebbe risparmi energetici in grado di ripagare quanto speso e di produrre successivamente un guadagno […] Essendo i tempi di ritorno non brevi in assenza di incentivi, è ovviamente necessario garantire la disponibilità di politiche di supporto in grado di rendere economicamente sostenibile questo percorso».

Secondo il Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI), grazie all’esperienza accumulata con gli interventi come Superbonus ed Ecobonus, l’Italia avrebbe un vantaggio sull’efficientamento energetico degli edifici. «Non è più il tempo di affrontare questi interventi all’insegna dell’improvvisazione, anche in termini di analisi di impatto che queste politiche generano. Né possiamo solo rispondere no all’UE per realizzare ciò di cui il nostro stesso Paese ha bisogno».

Per capire come si evolverà la vicenda della Direttiva Case Green bisognerà aspettare almeno il 9 febbraio prossimo, data in cui testo verrà sottoposto alla Commissione per l’Industria, la Ricerca e l’Energia (Itre) insieme alla pioggia di emendamenti, oltre 1500, firmati soprattutto dal blocco di centro-destra all’Europarlamento.

Fonti: Edilportale.com, Teknoring.com, IlSole24Ore.com, Qds.it, SkyTG24.it

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