Che l’abusivismo in Italia fosse un problema reale si sapeva. Non era chiara, almeno per i non addetti ai lavori, la portata di questo fenomeno: dal recente rapporto dell’Istat sul Benessere Equo e Sostenibile (Bes) è emerso che ogni 100 edifici realizzati in modo legale, 20 sono abusivi.
Si parla di un aumento spaventoso solo nell’ultimo decennio. A dimostrazione che dalla crisi economica hanno tratto vantaggi solo l’illegalità e il malaffare.
Come ha messo in evidenza, nell’articolo pubblicato su monitorimmobiliare.it, l’ingegnere Sandro Simoncini, docente presso l’università Sapienza di Roma e presidente di Sogeea SpA, “nel settore delle costruzioni, in pratica, ad essere colpite sono state nella stragrande maggioranza dei casi proprio le aziende che rispettano le regole. Dieci anni di stagnazione hanno fiaccato imprese e cittadini onesti, mentre hanno arricchito chi ha deciso di operare illecitamente, spesso utilizzando materiali scadenti e infischiandosene delle più elementari norme di sicurezza sul lavoro. Una concorrenza sleale che si somma allo scippo fiscale nei confronti di Stato, enti locali e contribuenti”.
È vero che l’indice di abusivismo si è leggermente abbassato rispetto al 2015, è passato infatti dal 19,9% al 19,6%, ma la verità è che siamo ben lontani dai valori medi degli altri Paesi dell’Unione Europea.
Simoncini aggiunge inoltre che questo dato conferma “l’incapacità anche in questo settore di tornare quantomeno ai livelli pre-crisi, quando il dato era di 9 costruzioni illegali ogni 100 autorizzate”.
Le regioni dove il fenomeno è davvero preoccupante sono quelle del Centro, dove su cinque nuove costruzioni residenziali una è abusiva, e in misura maggiore quelle del Sud, per le quali si parla addirittura del 50%. Basilicata, Calabria, Campania, Molise e Sicilia le peggiori.
Il problema dell’abusivismo ha un impatto devastante sul territorio, e le politiche di contrasto, seppur efficaci, fanno fatica ad imporsi.
Questa lentezza amministrativa rende di fatto impraticabili sia le procedure di abbattimento degli edifici non sanabili, che le pratiche di condono, che si attestano su un numero superiore ai cinque milioni.
Credit Foto: Stanislav Trifonov