Via libera al Decreto Legge per il finanziamento delle demolizioni di immobili abusivi realizzati in aree ad elevato rischio idrogeologico. Secondo le indicazioni del Consiglio dei Ministri si tratta di zone a condizioni di elevata fragilità del territorio esposte ad esempio a rischi di alluvioni, frane ed erosione costiera, che rendono particolarmente urgente la necessità di attuare interventi di messa in sicurezza, la cui realizzazione deve spesso fare i conti con l’esistenza di manufatti abusivi di vario genere.
Il provvedimento, proposto dal Ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, stanzia 10 milioni per un Fondo rotativo a disposizione dei Comuni.
Secondo il Cresme sono 258mila gli immobili abusivi presenti sul territorio nazionale, realizzati solo tra il 2003 e il 2011.
Un dato rilevante è il deficit esecutivo: nella maggior parte dei casi, infatti, accertato l’abuso e stabilita la procedura di demolizione, questa non viene poi eseguita. Si stima che su 72 comuni capoluogo di provincia su 46.760 ordinanze emesse solo 4760 hanno avuto luogo.
Tra le cause addotte le attuali norme che prevedono una responsabilità delle amministrazioni comunali nell’azione in sostituzione del soggetto inadempiente, con rilevanti disponibilità finanziarie immediate da investire, risorse che spesso i Comuni non hanno.
Il decreto prevede, invece, per le amministrazioni locali che ne faranno richiesta, la disposizione di appositi finanziamenti.
Mentre il provvedimento passa all’esame del Parlamento, Legambiente commenta positivamente la proposta: “con i 10 milioni di risorse economiche, previste dal Ddl, si potrebbero demolire almeno 250 scheletri di tre piani, veri e propri ecomostri che sfregiano il territorio italiano” ha dichiarato Enrico Fontana, responsabile dell’osservatorio ambiente e legalità. “L’abbattimento delle costruzioni illegali rappresenta, infatti, la migliore cura preventiva contro il vecchio e nuovo abusivismo. Un fenomeno illegale consolidato e diffuso in tutta Italia, anche grazie all’inerzia delle istituzioni preposte a contrastarlo, alla politica dei condoni, agli interessi della criminalità organizzata e a una carente programmazione urbanistica. Per questo è fondamentale rendere socialmente popolare la pratica delle demolizioni innescando un meccanismo di evoluzione culturale e di affermazione della legalità di cui il Paese ha fortemente bisogno”.
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