Il territorio nazionale ospita circa 1.700 stazioni ferroviarie impresenziate, abbandonate e vandalizzate. Oggi è possibile richiederle in comodato d’uso gratuito alla Rete Ferroviaria Italiana per l’attivazione di progetti sociali e culturali.
Un piano che è diventato necessario perchè l’avanzamento tecnologico ha reso inutilizzabili numerose piccole stazioni, in cui oggi non è più necessaria la presenza fisica di personale ferroviario, perché vivono del controllo a distanza mediante dispositivi informatici.
Tramite contratti di comodato d’uso gratuito ad associazioni e comuni queste strutture torneranno ad animarsi con attività sociali che abbiano ricadute positive sul territorio, tra cui, ad esempio, esposizioni artistiche, accoglienza turistica, ludoteca, riunioni di quartiere, protezione civile, vigili urbani, assistenza ai disagiati, pro-loco, e altro ancora.
“In cambio è richiesto che l’ente o l’associazione si faccia carico della piccola manutenzione, della guardiania e della pulizia del fabbricato” si legge nel progetto della RFI. “La durata ordinaria di un comodato è da 5 a 9 anni, salvo casi particolari in cui la durata può essere estesa a fronte di importanti impegni finanziari sostenuti dal comodatario per la ristrutturazione degli immobili affidati”.
Fino ad ora sono state assegnate circa 480 stazioni, sottoscrivendo protocolli d’intesa con Regione Toscana, Legambiente, AITR (Associazione Italiana Turismo Responsabile), CSVnet (Centri di Servizi per il Volontariato) e Legacoop Sociali. Uno degli esempi più belli riguarda il progetto di riqualificazione della stazione di Ronciglione, che è stata trasformata in casa di accoglienza per famiglie con bambini affetti da tumori, grazie all’impegno dell’associazione Cuore di mamma.
A fianco alle stazioni dismesse, il patrimonio delle Ferrovie dello Stato comprende anche 3.000 km di linee ferroviarie dismesse, di cui 325 km già destinati a greenways per piste ciclabili e percorsi verdi. Per rivalutarle il Gruppo RFI sta definendo un piano nazionale che coinvolgerà le istituzioni pubbliche e le principali associazioni ambientaliste, su modello di quanto già realizzato in altri Paesi europei.
Il territorio nazionale con i suoi parchi fluviali, il sistema di canali, la rete di vie ferroviarie dismesse e il sistema di strade rurali e sentieri di pianura e montagna, inseriti in un contesto di valori storico-culturali e agricolo-forestali unico al mondo, rappresenta uno scenario ideale per uno sviluppo progettuale e pianificatorio legato al concetto delle Greenways.
Un’opportunità importante per la rivalutazione del nostro territorio e per chi è alla ricerca di uno spazio da trasformare. Qui l’elenco dei referenti regione per regione a cui rivolgersi in caso di interesse.
Foto credit: Giorgio Galeotti