Cosa dovrebbe contenere l’Agenda urbana dell’Unione Europea? Come dovrebbe essere applicata? Perché ne abbiamo bisogno? Quanto specifiche dovrebbero essere le sue finalità? In quali ambiti l’intervento dell’UE può recare il massimo valore aggiunto? Le città dovrebbero essere coinvolte nel processo decisionale? E, in caso di risposta affermativa, in che modo?
Sono queste le domande poste da Johannes Hahn, Commissario europero responsabile per la Politica regionale, ai cittadini europei attravero una consultazione pubblica.
L’Agenda urbana, assieme all’Agenda digitale, è parte integrante della strategia Europa 2020, un piano pluriennale con un ruolo determinante attribuito alle città. L’Unione Europea ha invitato tutti gli Stati membri a dotarsi di un’Agenda Urbana nazionale e si prevede che, all’interno del Fondo europeo dello sviluppo regionale (FESR), almeno il 5 per cento delle risorse assegnate a livello nazionale debba essere destinato ad Azioni Integrate per lo Sviluppo Urbano Sostenibile delegate alle città.
Nella relazione “La dimensione urbana delle politiche dell’UE”, redatta dalla Commissione europea e da qualche giorno pubblicata si legge che un’Agenda urbana dell’UE dovrebbe rispecchiare gli obiettivi complessivi dell’Unione e integrare le politiche nazionali degli Stati membri, nell’ottica di una dimensione globale dell’urbanizzazione.
“Dall’inquinamento alla povertà, dalla disoccupazione all’energia – ha commentato il Commissario Hahn – non possiamo affrontare le sfide cui è confrontata l’Europa né possiamo raggiungere i suoi obiettivi se non affrontiamo queste tematiche nelle città europee. Un’Agenda urbana dell’UE deve rispettare il principio di sussidiarietà, ma dovremmo intervenire laddove possiamo migliorare le politiche dell’UE rafforzando la dimensione urbana, come anche conferendo alle città dell’Europa un ruolo maggiore in qualità di partner dell’UE. La consultazione odierna costituisce un importante passo in tale direzione”.
Il 72% della popolazione europea vive in agglomerazioni, città e conurbazioni. Più di due terzi delle politiche dell’Unione, soprattutto quelle legate ai trasporti, all’energia e all’ambiente, coinvolgono direttamente e indirettamente le città. Numeri che motivano un’attenzione particolare per chi queste realtà le vive in prima persona.
“Più di due terzi della popolazione europea vive in città ed è quindi appropriato che la nostra riforma della politica di coesione dell’UE ponga già ora lo sviluppo urbano e cittadino ai vertici dell’agenda politica. – ha aggiunto il Commissario – Un’Agenda urbana dell’UE va anche oltre, ed ora desideriamo sentire la voce dei principali stakeholder e di coloro che vivono nelle città. Riteniamo che, se innalziamo il profilo della dimensione urbana nell’ambito del nostro sistema decisionale, l’UE reagirà in modo più efficace all’evoluzione dei bisogni non solo di coloro che vivono nelle aree urbane, ma anche di tutti coloro che vivono fuori dalle città ma dipendono dai loro servizi.”
La parola ai cittadini, dunque. La consultazione pubblica sarà aperta fino al 26 settembre 2014.
Foto credit: Matteo Piotto