Aloha mare, uno scheletro nella riserva

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La costa ionica della Sicilia può tristemente vantare il possesso di una ricca collezione di ecomostri. Molto vicino a Giarre, capitale mondiale dell’incompiuto, a cui abbiamo dedicato la nostra attenzione la scorsa settimana, un altro esempio della stagione edilizia selvaggia degli anni Settanta. Si tratta dell’Aloha Mare, una struttura alberghiera mai completata che sovrasta la scogliera di Acireale, nel bel mezzo della riserva naturale della Timpa.

I lavori di costruzione di questo scheletro di cemento e acciaio sono stati avviati nel 1975. Il progetto prevedeva la realizzazione di una grande struttura di sette piani, ma ne sono stati costruiti solo 4. Nel 1977, infatti, l’amministrazione comunale acese blocca i lavori dopo alcuni crolli avvenuti nell’area vicina alla zona di sventramento: i permessi di edificazione non esistono, l’immobile è abusivo.
L’ecomostro viene collocato, infatti, nel bel mezzo di quella che sarebbe poi diventanta la riserva naturale orientata della Timpa, una realtà che potrebbe rappresentare una leva per lo sviluppo del turismo data la sua bellezza naturalistica, ma che è sfregiata dalla presenza di questo ammasso di cemento.

La vicenda è emblematica soprattutto per la dimostrazione dell’inefficacia delle attuali norme sulle demolizioni. Dal lontano 1977 l’Aloha Mare è, infatti, ancora lì. L’assessorato regionale al Turismo ha persino finanziato la realizzazione di una strada di collegamento, mentre i proprietari hanno intentato ricorso al Tar, che nel 2000 gli ha dato torto. Torto confermato anche dal Consiglio di giustizia amministrativa che nel 2012 ha confermato la posizione del Tar ed emesso un’ordinanza di demolizione, i cui costi spetterebbero agli eredi del proprietario, che però non vogliono farsene carico. Così come il Comune, d’altronde.

Recente la notizia dell’interessamento della Procura della Repubblica di Catania perché l’ordinanza di abbattimento venga applicata. Sperando non debbano passare altri trent’anni e più.

 

Foto credit: architetturaecosostenibile

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