La Rete delle Professioni Tecniche (coordinamento formato dai consigli e ordini nazionali di architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori, chimici, dottori agronomi e forestali, geologi, geometri, ingegneri, periti agrari, periti industriali e tecnologi alimentari) ha redatto un documento in dieci punti per la riorganizzazione del quadro normativo del settore dei lavori pubblici.
La proposta giunge in risposta all’approvazione e pubblicazione della nuova direttiva comunitaria sugli appalti (n. 2014/24/Ue), che costituirà un’occasione di revisione della normativa dei lavori pubblici, “frammentata da una serie di interventi legislativi, con leggi omnibus, che hanno privato sia il codice dei contratti che il regolamento di attuazione della loro identità originaria”, come sostiene la Rete.
Queste le proposte contenute nel documento “Primo Contributo per la definizione di un nuovo quadro normativo per il settore dei lavori pubblici, in recepimento della direttiva n°2014/24/UE”:
1. Aprire il mercato dei lavori pubblici eliminando le barriere che oggi impediscono ai professionisti giovani e meno giovani che non siano in possesso di strutture professionali di notevoli dimensioni, con un numero notevole di dipendenti e con rilevanti fatturati, di accedere alle gare;
2. Rivalutare il concorso di progettazione, quale metodo per la selezione nei casi di affidamento di servizi di architettura e ingegneria, oggi sostituito dal ribasso, dal fatturato o dal curriculum del professionista;
3. Promuovere un più veloce e semplice affidamento dei servizi di architettura ed ingegneria ai liberi professionisti, rilanciando il fondo di rotazione per l’attingimento delle risorse;
4. Ridurre i ribassi eccessivi nelle gare di affidamento di servizi di architettura ed ingegneria, per garantire maggiore qualità delle prestazioni professionali;
5. Garantire la trasparenza nelle gare con procedure di selezione affidate a giurie miste (stazione appaltante/professionisti), individuate tramite sorteggio pubblico. E assicurare, altresì, regole certe per il calcolo dell’importo da porre a base di gara;
6. Ridurre i costi degli appalti integrati attraverso la revisione del ruolo dei professionisti;
7. Definire in maniera compiuta e inequivocabile il termine “opera pubblica”, in modo da stabilire in maniera dettagliata i casi in cui applicare il codice dei contratti in questione;
8. Snellire le procedure per l’accesso ai finanziamenti, così da accrescere la partecipazione delle Amministrazioni Pubbliche ai bandi finanziati con fondi strutturali europei;
9. Rilanciare il Project Financing come strumento di coinvolgimento dei privati in un processo condiviso di rigenerazione urbana sostenibile;
10. Istituire e finanziare un fondo di rotazione per l’affidamento di servizi di architettura ed ingegneria.
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