Con il FOIA documenti pubblici e appalti accessibili a tutti

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Il decreto approvato il 16 maggio dal Consiglio dei Ministri, introduce il meccanismo d’accesso civico ai documenti della Pubblica Amministrazione, sul modello del Freedom of Information Act (FOIA). Nella pratica applicata al settore edile ciò si traduce in accesso a tempi e costi di un’opera pubblica, in un’ottica di trasparenza degli atti e di lotta alla corruzione.

Ciò che viene precisato, mettendo insieme una serie di adempimenti già previsti da altre norme è, secondo quanto pubblica edilportale.com, che “le Stazioni Appaltanti dovranno sempre rendere noti la struttura proponente, l’oggetto del bando, l’elenco degli operatori invitati a presentare offerte, l’aggiudicatario, l’importo di aggiudicazione, i tempi di completamento dell’opera, servizio o forniture e importo delle somme liquidate”.

I cittadini potranno chiedere l’accesso civico a tutti gli atti della Pubblica Amministrazione e i documenti dovranno essere rilasciati gratuitamente. L’eventuale diniego dovrà avvenire con provvedimento espresso e motivato, ma sarà, dalle anticipazioni date da ilfattoquotidiano.it, ammesso solo se “necessario per evitare un pregiudizio concreto alla tutela di uno degli interessi pubblici inerenti a:
a) la sicurezza pubblica e l’ordine pubblico;
b) la sicurezza nazionale;
c) la difesa e le questioni militari;
d) le relazioni internazionali;
e) la politica e la stabilità finanziaria ed economica dello Stato;
f) la conduzione di indagini sui reati e il loro perseguimento;
g) il regolare svolgimento di attività ispettive”.

Il FOIA è il primo decreto attuativo della riforma della Pubblica Amministrazione ad essere stato approvato definitivamente. Restano in fase di modifica quello sulla semplificazione della Scia, la disciplina generale della Conferenza di Servizi e l’accelerazione dei provvedimenti amministrativi.

Naturalmente l’avere una legge sulla trasparenza non significa avere risolto gli atavici problemi di corruzione del nostro Paese. “La battaglia per avere una normativa Foia adeguata a un Paese democratico è quindi finita con successo, tutto sommato – scrive Repubblica.it – Adesso se ne apre un’altra: quella sulla effettiva attuazione della normativa, superando i casi di resistenza nelle amministrazioni e altri ostacoli che possono sorgere una volta che il diritto passa dalla teoria alla pratica. Tra l’altro, si attendono le linee guida Anac, che dovranno regolare le eccezioni a questo diritto. C’è sempre il rischio che resti aperta qualche scappatoia per le amministrazioni poco disposte alla trasparenza (per esempio per coprire casi di corruzione o sprechi di denaro pubblico). La battaglia adesso sarà appunto contro ogni possibile scappatoia. Ma almeno si può dire che la normativa adesso è pronta per questa sfida”.

Foto credit: Roberto D’Angelo

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