Il Rapporto dell’ISPRA 2018 sul consumo del suolo in Italia fornisce un quadro completo sulle trasformazioni in atto nel nostro territorio.
A poche settimane da un’altro Rapporto, quello dell’Osservatorio Cittàclima che aveva già messo in luce notevoli criticità nella gestione del suolo in relazione al grosso rischio idrogeologico per il nostro Paese, ecco un’ulteriore conferma della necessità di trovare al più presto nuove soluzioni.
Il Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente e l’ISPRA, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, hanno stilato un’analisi accurata. Presentata il 17 luglio a Palazzo Montecitorio a Roma.
La continua trasformazione del nostro territorio causa una perdita costante del suolo con un danneggiamento di tutte le funzioni pratiche ed ecosistemiche che ne conseguono.
Ovviamente l’analisi si focalizza sull’incremento costante della copertura artificiale di terreno, legato alle dinamiche insediative e infrastrutturali.
Il consumo del suolo è dovuto prevalentemente alla costruzione di nuovi edifici e riguarda alcune regioni del Nord in modo particolare.
Sono Lombardia e Veneto le regioni italiane in cui si consuma più suolo in Italia. Ed è nella macroregione del Nord, includendo anche Piemonte ed Emilia Romagna, che si perde oltre la metà del territorio agricolo nazionale. Lo scrive Legambiente Lombardia, commentando il rapporto Ispra.
E se RaiNews sottolinea che dal 2017 si sono persi 52 km² di suolo, come se si fosse costruita una piazza Navona ogni due ore, L’Europa e le Nazioni Unite ci richiamano alla tutela del suolo.
Il Parlamento Europeo chiede, infatti, di azzerare il consumo di suolo netto entro il 2050 e di allinearlo alla crescita demografica. Inoltre, a tutela del patrimonio ambientale è necessario bloccare il degrado del territorio entro il 2030 (UN, 2015).
Questi due grossi obiettivi sono ancor più importanti per noi, alla luce delle particolari condizioni di fragilità e di criticità del nostro Paese.
Facile trarre le conclusioni: è ancora più urgente la definizione e l’attuazione di politiche e azioni mirate che contengano radicalmente il consumo di suolo.
È, altresì, necessaria una revisione concreta degli strumenti urbanistici esistenti, spesso sovradimensionati rispetto alla domanda reale e alla capacità di carico dei territori.