Il Coronavirus sta modificando il “vivere la casa”. Ne avevamo parlato qualche tempo fa, proprio in questo blog. In quel caso, però, avevamo preso in esame ipotesi di progettazione, portate avanti da architetti di fama internazionale.
Ora, invece, lo spunto arriva da Enrico Vizza, sindacalista e giornalista de “Il Giorno“, che in merito alla pandemia corrente scrive: “l’emergenza Covid-19 sta cambiando anche le regole dell’abitare e la progettazione di quartieri, edifici, condomini, abitazioni e uffici muta rapidamente in nome di uno spiccato (e mai realizzato fino ad oggi) rispetto per l’ambiente, per la nostra salute e per le dinamiche vissute all’interno delle abitazioni nonché del modo di lavorare in casa“.
Vizza parla di una “nuova cultura dell’abitare in chiave digitale”, quella cioè che progetta abitazioni più vivibili. Nelle quali si possa disporre di un ambiente, anche piccolo ma isolato, esclusivamente dedicato allo smart working.
Case con aree intermedie di passaggio tra dimensione interna ed esterna. Predisposte, dunque, per essere sempre protette e sicure.
Cosa aspettarsi dal futuro: sicurezza e sostenibilità. Questi i nodi da sciogliere
Le case del futuro si ipotizza perciò che saranno sempre più sicure per chi le abita, ma anche più sostenibili. Integrate in un contesto urbano e realizzate con materiali a basso impatto ambientale. Legno in primis, ma anche calce e malta BIO tecnica.
In un contesto del genere, incentivi come il tanto declamato Superbonus del 110% sono davvero una grandissima opportunità nonché una vera risorsa per il nostro vivere futuro.
Cosa rende l’edilizia “sostenibile”?
Costruire abitazioni rispettose dell’ambiente ma confortevoli è tutt’altro che banale.
Dalla progettazione alla chiusura del cantiere, le fasi che conducono alla realizzazione di una casa in ottica sostenibile si fondano su criteri ben precisi. Ecco i principali:
- La relazione con la natura. È fondamentale, infatti, che l’edificio rispetti e assecondi l’ambiente che lo circonda.
- L’utilizzo razionale delle risorse. Bisogna limitare gli sprechi. Il riuso delle acque piovane, ad esempio, è una delle strategie più efficaci dell’architettura green.
- Il risparmio energetico. La bioarchitettura utilizza tecnologie amiche dell’ambiente, capaci di aumentare la prestazione energetica dell’edificio o di ridurne drasticamente il fabbisogno esterno.
- Un’esposizione ottimale. In fase di progettazione è fondamentale definire l’orientamento dell’edificio per sfruttare al meglio la luce solare e l’ombra naturale
- La qualità di vita e il comfort abitativo. Bisogna sempre preservare il benessere psico-fisico di chi abita nell’edificio. Emissioni dannose e ambienti insalubri non rispettano i principi dell’edilizia verde.
- La scelta dei materiali. Le costruzioni green, infatti, promuovono l’utilizzo di materiali sostenibili, provenienti da fonti rinnovabili o certificate, riciclati e riciclabili, che riducono l’impatto ambientale anche in fase di trasporto e smaltimento.
Insomma, ancora una volta, ci troviamo a sperare che sia davvero questa la direzione che si sta intraprendendo.
Credit Foto: Elena Borisova