Il mondo dell’edilizia vive col fiato sospeso questi giorni complicati per la crisi di Governo per il ritardo con cui si inizieranno ad affrontare temi come la sterilizzazione dell’Iva e la proroga delle detrazioni fiscali sulla casa.
A preoccupare è soprattutto professionisti e imprese del settore, secondo quanto pubblica edilportale.com, è la mancanza di coperture per la manovra finanziaria, che potrebbe comportare un aumento dell’Iva dal 2020. D’altro canto non è detto che se si trovassero le risorse per evitarlo, si potrebbero anche finanziare le detrazioni fiscali.
Aumento dell’Iva
Dal 2020, qualora non arrivi alcun intervento, l’aliquota ordinaria dell’Iva aumenterebbe dal 22% al 25,2%, mentre quella ridotta dal 10% al 13%.
L’aumento dell’Iva ridotta peserebbe sul mercato delle ristrutturazioni, dell’acquisto e la costruzione di case non di lusso e diverse dalla prima abitazione e l’energia elettrica.
L’aumento dell’Iva ordinaria peserebbe, invece, sul mercato di mobili ed elettrodomestici.
Tutto dipenderà dalle clausole di salvaguardia, cioè misure adottate per assicurare che l’Italia rispetti i vincoli di bilancio e gli impegni presi con l’Unione Europea.
Lavori in casa e detrazioni fiscali
Scadranno il 31 dicembre prossimo le detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica degli edifici, il Bonus mobili ed elettrodomestici e i bonus al 50% per le ristrutturazioni edilizie.
In mancanza di risorse per prorogare la durata dei Bonus o la tanto auspicata stabilizzazione, la prima ad essere eliminata potrebbe essere la detrazione per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici a risparmio energetico, destinati all’arredamento di case oggetto di ristrutturazioni edilizie.
Sarebbe certamente riconfermato il Sismabonus per l’adeguamento o il miglioramento sismico degli edifici, in scadenza a fine 2021. Con l’aumento dell’Iva, però, sostenere le spese per i lavori potrebbe comunque risultare più oneroso.
Per quanto riguarda le ristrutturazioni edili, sarebbero agevolate comunque con una detrazione fiscale del 36%, da calcolare su un tetto di spesa di 48mila euro anziché di 96mila euro. Anche in questo caso, quindi, effettuare i lavori sarebbe meno conveniente di oggi.
La preoccupazione è che uno scenario di questo tipo possa interrompere lo slancio di respiro del mercato dell’edilizia e delle ristrutturazioni nello specifico, ricevuto con i Bonus e le detrazioni fiscali fino ad ora attive, non ultima la misura introdotta dal Decreto Crescita e fortemente criticata da più parti, che permette di ottenere uno sconto alternativo all’Ecobonus e al Sismabonus.
La Legge di Bilancio 2020 sarà il primo impegno dovranno mettersi subito al lavoro le forze politiche che saranno protagoniste del prossimo Governo. Non resta che aspettare gli esiti delle consultazioni degli ultimi giorni.
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