Le misure proposte riguardano l’attuazione di prestazioni professionali gratuite, il sistema di revisione dei prezzi e la riduzione dei livelli di progettazione
Lo scorso martedì 25 maggio 2022 la Camera ha approvato il disegno di legge Delega per la riforma della normativa degli appalti, con l’obiettivo di adeguare la disciplina dei contratti pubblici italiana a quella del diritto europeo.
Il nuovo testo punta a riordinare e semplificare la disciplina attualmente in vigore e corregge il documento elaborato dal Senato sulla precedente formulazione del Governo nel luglio 2021.
I tempi sono stretti: la proposta sarà adesso sottoposta al giudizio di Palazzo Madama per il via libera definitivo. L’approvazione del ddl Delega Appalti è prevista per il mese di giugno, ma per poter disporre del pacchetto di regole bisognerà attendere l’effettiva definizione della parte attuativa del Codice.
Forte dei successi del primo trimestre 2022, l’Italia continua a inseguire gli obiettivi fissati dal PNRR. Una volta ricevuto il sì anche dal Senato, infatti, la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Codice Contratti farà scattare l’iter di preparazione di una serie di decreti per raggiungere quanto richiesto dalla Commissione Europea.
Di seguito le tempistiche previste:
- entro il 30 giugno 2022: entrata in vigore il ddl Delega Appalti per la riforma del Codice dei Contratti Pubblici;
- entro il 31 marzo 2023: approvazione di tutta la parte attuativa del ddl Delega, compreso il nuovo Codice Appalti che sostituirà quello del 2016;
- entro il 30 giugno 2023: attuazione delle norme primarie, subprimarie e di diritto privato per la revisione del sistema degli appalti pubblici;
- entro il 31 dicembre 2023: pieno funzionamento del sistema nazionale di e-procurement, che permette ad aziende private e Pubbliche Amministrazioni di acquisire beni e servizi da fornitori attraverso Internet.
Obiettivi e misure del ddl Delega Appalti
Il nuovo Codice Appalti sarà basato su 31 principi che riassumono un po’ quanto già iniziato con il Correttivo Antifrodi, il Decreto Energia e il Decreto Aiuti.
Le linee guida presentate nella Delega sono pensate per garantire la realizzazione delle opere in tempi brevi, senza che i contenziosi, le crisi e il particolare contesto economico e politico ostacolino le imprese impegnate a svolgere una determinata prestazione.
L’approvazione del disegno di legge comporterà una revisione delle procedure di gara così da snellire la burocrazia attuale e riqualificare le Stazioni Appaltanti. Queste, oltre ad essere ridotte in numero, dovranno rispettare l’obbligo di inserire le clausole di revisione dei prezzi nei bandi di gara.
Dei principi approvati dalla Camera, ricordiamo come più interessanti quelli relativi a:
- equo compenso;
- caro materiali;
- riqualificazione delle Stazioni Appaltanti;
- riduzione dei livelli di progettazione;
- valorizzazione dei criteri ambientali minimi (CAM).
Equo compenso e caro materiali
Il ddl Delega Appalti vieta la prestazione gratuita delle attività professionali, salvo in casi particolari e previa motivazione. Non è ancora dato sapere quali saranno le eccezioni ammesse, ma resta comunque il fatto che occorrerà valutare le specifiche situazioni per poter stabilire l’ammontare dell’equo compenso, ovvero il corrispettivo minimo da versare a un professionista in base alla quantità e qualità del lavoro svolto.
Nel caso in cui la Stazione Appaltante decida di ricorrere all’affidamento congiunto della progettazione e dell’esecuzione dei lavori (appalto integrato), il disegno di legge sancisce l’obbligo di indicare nei documenti di gara le modalità per la corresponsione diretta al progettista del compenso corrispondente.
Contro il caro materiali, le Stazioni saranno tenute a inserire nei bandi di gara un regime di revisione dei prezzi nel caso in cui dovessero verificarsi particolari condizioni oggettive che non possono essere previste al momento della formulazione dell’offerta.
Riqualificazione delle Stazioni Appaltanti
Si tratta di una misura introdotta dal Codice Appalti del 2016 che non è stata mai applicata. La Delega ripropone adesso la riduzione, l’accorpamento e la riorganizzazione delle Stazioni Appaltanti, che al momento sono circa 36 mila.
L’obiettivo sarà perseguito promuovendo nuovi incentivi sull’utilizzo delle Stazioni Appaltanti ausiliarie e delle centrali di committenza, cioè Stazioni che gestiscono gare d’appalto per conto di più pubbliche amministrazioni italiane.
Riduzione dei livelli di progettazione
Attualmente la progettazione delle opere pubbliche si articola in tre livelli, che rispondono al progetto di fattibilità tecnica ed economica, al progetto definitivo e al progetto esecutivo.
Il ddl Delega Appalti intende ridurre i livelli per semplificare le procedure di verifica e convalida dei lavori, così da snellire anche il processo della composizione e della attività dal Consiglio superiore dei lavori pubblici.
CAM e sostenibilità
Il nuovo disegno di legge sui contratti pubblici pone l’accento anche in materia di sostenibilità, con l’introduzione di nuovi Criteri Ambientali Minimi differenziati per tipologia e importi di appalto.
Lo scopo è quello di sviluppare una maggiore attenzione sia nel grado di ecosostenibilità degli investimenti pubblici, che nel rispetto dei criteri di responsabilità ambientale ed energetica nell’affidamento degli appalti pubblici.
Il più grande vantaggio del nuovo Codice Appalti sarà quello di presentarsi come un tentativo di innovare le norme del Codice del 2016 e sostituirne le parti più obsolete. Così facendo, infatti, il nuovo testo potrà essere appreso (e rispettato) più facilmente rispetto alle sue versioni passate.
Fonti: Edilportale, Agenda Digitale, ingenio