Tra le misure del provvedimento, nuovi contributi a chi ha subito danni agli immobili nei territori alluvionati nel Nord Italia dall’1 maggio 2023
Il Consiglio dei Ministri ha approvato lo scorso 10 giugno 2024 il Decreto Legge per la ricostruzione post-calamità. Il testo, già in vigore dall’11 giugno, contiene anche delle misure di protezione civile e delle attività per lo svolgimento dei grandi eventi internazionali (come il G7 di Brindisi e i Giochi Olimpici di Milano-Cortina 2026).
In particolare, l’art. 1 riconosce “contributi ai soggetti privati non esercenti attività sociali, economiche e produttive che hanno subito danni ai beni mobili a causa degli eventi alluvionali dal 1° maggio 2023 nelle regioni Emilia-Romagna, Toscana e Marche”.
Le risorse destinate a questi beni immobili, danneggiati o distrutti, ammontano a 210 milioni di euro. Il Commissario straordinario potrà riconoscere contributi forfettari fino a 6.000 euro per abitazione, in base al numero e alla tipologia dei vani danneggiati. Le cifre saranno erogate al netto degli indennizzi assicurativi eventualmente ricevuti dai beneficiari.
Per gli edifici non ricostruibili, invece, l’art. 2 del Decreto ricostruzione post-calamità stabilisce che i contributi potranno coprire fino al 100% delle spese per l’acquisto di aree edificabili alternative o di immobili per uso residenziale o produttivo all’interno dello stesso Comune.
Indice
La conta dei danni
Nel 2023 l’Italia ha registrato 378 eventi climatici estremi. Come ha documentato l’Osservatorio Città Clima di Legambiente, si tratta di un aumento del 22% rispetto al 2022. Le vittime sono state in totale 31 e, in termini economici, la conta dei danni ha superato gli 11 miliardi di euro solo per le due alluvioni in Emilia-Romagna e Toscana.
Da sola, infatti, l’alluvione in Emilia-Romagna nel maggio 2023 si è classificata come la sesta calamità climatica al mondo per perdita economica, pari a 9,8 miliardi di dollari (di cui solo 600 milioni equivalgono alle perdite assicurate). L’alluvione in Toscana di fine ottobre 2023, ha generato danni economici per quasi 2 miliardi di euro. Anche in questo caso si nota un importante gap di protezione assicurativa, con perdite per il mercato assicurativo intorno ai 500 milioni di euro. I dati sono forniti dal “2024 Climate and Catastrophe Insight Report” di Aon e per questo la cifra è espressa in dollari.
Il rapporto di Legambiente e quello di Aon concordano nel rilevare che il Nord Italia è l’area più colpita del nostro Paese. Nel 2023, infatti, queste regioni sono state interessate in totale da 210 eventi meteorologici estremi. A seguire il Centro, con 98 calamità, e il Sud con 70. Dal settentrione al meridione, le città più colpite sono Milano, Prato, Roma, Fiumicino e Palermo.
Secondo il “Climate and Catastrophe Insight Report” a rendere più suscettibili le regioni del Nord sono l’effetto del cambiamento climatico, l’aumento di esposizione ai rischi atmosferici e la maggiore urbanizzazione.
I contribuiti per le aree terremotate
Se è vero che nel 2023 i danni da maltempo sono stati i più costosi per gli assicuratori, è anche vero, però, che il maggior numero di vittime è stato causato dai terremoti. A questo proposito, il Decreto post-calamità include delle misure per la ricostruzione dell’Aquila dopo il terremoto del 2009 e per la gestione degli interventi post-sisma del 2016 nel Centro Italia.
A partire dall’1 settembre 2024 cesserà il contributo per l’autonoma sistemazione. Al suo posto verrà introdotto il cosiddetto “contributo per il disagio abitativo finalizzato alla ricostruzione”. I finanziamenti interesseranno i nuclei familiari le cui abitazioni principali sono state distrutte o gravemente danneggiate dagli eventi sismici che hanno colpito Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria dal 24 agosto 2016.
Il contributo sarà assegnato ai nuclei familiari già percettori del contributo per l’autonoma sistemazione, e che hanno presentato domanda per intervento per la ricostruzione o il ripristino con miglioramento o adeguamento sismico.
Imparare a gestire le calamità
Il report di Aon evidenzia il gap della copertura assicurativa quando si parla di eventi naturali. Per questo motivo, da fine 2024, scatterà l’obbligo di assicurazione contro frane, terremoti e alluvioni, valido per tutte le imprese italiane e per quelle internazionali con un’organizzazione stabile nel nostro Paese (che dovranno stipulare una copertura assicurativa sui danni causati da eventi naturali).
Il quadro non è tanto diverso neppure in riferimento alle abitazioni private. Nell’ultimo anno, infatti, circa 5 milioni di italiani hanno subito danni da calamità naturali o maltempo alla propria abitazione. Solo 1 su 3, però, aveva una polizza assicurativa a tutela dell’immobile. In un Paese come il nostro, caratterizzato da infrastrutture e da un patrimonio edilizio sempre più vecchi, occorre attrezzarsi ad affrontare questi disastri metereologici. Ciò che serve è un approccio proattivo e corale per la gestione dei sinistri, volto al contenimento dei danni economici e reputazionali.
La gestione di questi eventi è anche questione di competenze. Organizzazione, preparazione e tempestività sono i pilastri su cui si basa una corretta ed efficace gestione e valutazione dei danni.
Fonti:
- Teknoring, “Approvato il Decreto per la ricostruzione post-calamità”;
- EdilTecnico, “Approvato schema Decreto post-calamità su ricostruzione, protezione civile e grandi eventi”;
- Il Sole 24 Ore, “Eventi climatici estremi, l’anno da bollino rosso dell’Italia”;
- Ania Training, “2024 Climate and Catastrophe Insight Report”;
- Insurzine, “Eventi atmosferici estremi ad alto impatto organizzativo: i modelli per la gestione dei sinistri in Italia e in Europa”.