La Conferenza Unificata Stato-Regioni ha approvato lo schema di decreto per il recupero dell’ edilizia residenziale pubblica di proprietà dei Comuni e degli Istituti autonomi case popolari.
Sarà, quindi, ripartito su tutto il territorio nazionale il fondo nazionale di 321 milioni di euro per immobili ed alloggi che necessitino interventi di ripristino e razionalizzazione.
Il decreto stabilisce nuovi criteri per la distribuzione delle risorse. Esse saranno, infatti, suddivise in base a criteri fissati dal DM 16 marzo 2015, ovvero numero di alloggi di risulta, di sfratti e di Comuni ad alta tensione abitativa, per il 35% e secondo il fabbisogno delle Regioni, accertato dal Ministero delle Infrastrutture con DM 21 dicembre 2017, per il restante 65%.
Sarà la Puglia, con quasi 62 milioni di euro, ad accaparrarsi la quota maggiore di risorse. Seguono la Campania con 55 milioni di euro, il Piemonte con circa 33 milioni di euro e la Lombardia con 24 milioni.
I Comuni dovranno far partire gli interventi per il recupero dell’edilizia residenziale pubblica finanziati entro un anno dalla concessione del contributo e ultimarli entro due anni. Laddove non verranno rispettati questi parametri temporali i finanziamenti saranno sospesi e probabilmente anche revocati. Tutte le risorse revocate saranno poi riassegnate annualmente alle Regioni più virtuose secondo un criterio di proporzionalità.
A breve il Ministero delle Infrastrutture istituirà un Comitato tecnico di monitoraggio, cui parteciperanno anche Anci e Regioni, che avrà come obiettivo la verifica del rispetto delle nuove norme e l’avanzamento dei lavori.
Inoltre, con il plauso del Ministero, è stato stabilito che il 2% delle risorse spettanti alle Regioni per l’edilizia residenziale pubblica, per un totale di 6,4 milioni di euro, sarà destinato ad un fondo di solidarietà per la città di Genova, a seguito della tragedia del crollo del Ponte Morandi, che ha causato un’inaspettata emergenza abitativa.
Foto credit: Marco Bozzato, perro flaut@, Foogaro.