Efficienza energetica, la nuova direttiva dell’UE

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È stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea la nuova Direttiva 2018/844 sull’ Efficienza energetica, che ridefinisce gli obiettivi da raggiungere nel lungo periodo, ovvero entro il 2050, per le emissioni di gas a effetto serra e la decarbonizzazione del parco immobiliare, responsabile di circa il 36% delle emissioni di CO2 nell’Unione.

Ma cosa si intende per efficienza energetica? La capacità di un sistema, industriale o civile/abitativo, di sfruttare l’energia ad esso fornita per soddisfarne il bisogno. Ovvero: minori sono i consumi per soddisfare il fabbisogno, migliore è l’efficienza energetica. Un argomento con una ricca legislazione.

La nuova Direttiva 2018/844 vincola gli Stati membri dell’Unione a cercare un efficace equilibrio in termini di costi tra decarbonizzazione dell’approvigionamento energetico e la riduzione del consumo energetico.

La relazione annuale del Mise, dimostra l’impegno del nostro Paese in tal senso e gli obiettivi raggiunti e ancora da raggiungere.

La nuova Direttiva pone nel 2050 la data meta per la realizzazione di edifici pubblici e privati a consumo di energia vicina allo zero, i cosiddetti NZEB. La loro costruzione migliorerebbe, infatti, in maniera esponenziale il risparmio energetico, aumentando la quota di consumo invece delle energie rinnovabili, la sicurezza energetica, la competitività e la sostenibilità dell’Europa.

I singoli Stati membri dovranno, quindi, elaborare delle strategie nazionali a lungo termine per ottenere l’obiettivo della riduzione delle emissioni di gas a effetto serra di almeno il 40% entro il 2030, rispetto al 1990. Avranno tempo fino al 10 marzo 2019 per la stesura di nuove norme con specifiche specifiche disposizioni legislative che prevedano una tabella di marcia con misure e indicatori di progresso.

Secondo quanto pubblica ingegneri.info si dovrà mirare a:
• consolidare la componente finanziaria e promuovere investimenti privati per il recupero del patrimonio edilizio esistente;
sostenere lo sviluppo delle infrastrutture per l’elettromobilità;
innalzare le soglie per l’obbligo delle ispezioni degli impianti di riscaldamento e di condizionamento dell’aria, confidando nell’apporto dei sistemi automatici di monitoraggio e controllo;
incoraggiare l’uso delle tecnologie informatiche per edifici efficienti;
migliorare la trasparenza delle metodologie di calcolo della prestazione energetica definite dagli Stati membri;
accrescere il ruolo dei consumatori, informandoli e proteggendoli dalla povertà energetica.

Tra le novità più significative c’è l’obbligo di introdurre, negli edifici di nuova costruzione e in quelli sottoposti a ristrutturazioni importanti che contemplino più di 10 posti auto, almeno un punto di ricarica per i veicoli elettrici e l’installazione, in ogni posto auto, di infrastrutture di canalizzazione, segnatamente condotti per cavi elettrici, per consentire l’installazione in una fase successiva dei suddetti punti di ricarica.

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