“L’Unione Europea può diventare il centro del mercato delle tecnologie a risparmio energetico, creando allo stesso tempo le condizioni favorevoli al business e al mercato del lavoro, ma anche abbassando i costi dell’energia che gravano su case e imprese. Può essere uno dei modi di risvegliare la nostra economia e assicurare la sicurezza energetica”. E’ questa l’opinione di Günther H. Oettinger, Commissario europeo per l’Energia, e Radek Sikorski, Ministro degli Affari esteri della Polonia.
Tra le sfide che l’Europa si pone come obiettivo nel tentativo di uscire dalla crisi e riavviare la propria economia, primario è proprio quello di ridurre il costo sempre più oneroso dell’energia. Basti pensare che il prezzo del gas sul mercato europeo è quattro volte maggiore che quello sul mercato statunitense. E’ chiaro quanto sia importante per mantenere competitività superare quest’ostacolo: un basso costo dell’energia alleggerisce le già provate tasche di aziende medie e piccole, oltre a influire sulle decisioni strategiche dei grandi attori industriali.
A far lievitare i prezzi europei regolamenti interni ai Paesi membri relativi a dazi doganali, tasse e imposte e soprattutto gli obiettivi che l’Europa si è posta per il 2020, ovvero la riduzione del 20% dell’emissioni dei gas serra e l’aumento del 20% della quota di energia derivante da fonti rinnovabili. Obiettivi importanti, ma onerosi.
Cosa fare? “Dobbiamo creare un mercato energetico europeo” – sostengono ancora Günther H. Oettinger e Radek Sikorski – “Già nel 2009 abbiamo approvato regolamenti ambiziosi del mercato interno che consentono un’integrazione europea interna più profonda. Tuttavia occorre concludere il processo legislativo. Alcuni Stati membri sono in ritardo nell’introduzione dei regolamenti”.
A mancare all’Europa sono strumenti di mercato comuni ai diversi Paesi che favoriscano l’installazione di nuovi impianti a fonti rinnovabili, ma anche il mantenimento di impianti a fonti tradizionali. E’ necessario un monitoraggio sullo sviluppo delle energie rinnovabili nei singoli Paesi, per favorire il raggiungimento degli obiettivi senza che questi siano poco convenienti economicamente. Occorrerà, infine, una costante opera di razionalizzazione degli approvvigionamenti e della gestione delle infrastrutture energetiche (reti di trasmissione del gas che dell’energia elettrica) in modo tale da garantire una maggiore uniformità dei prezzi dell’energia nei vari stati.
Foto credits: Jacinta Lluch Valero