L’immagine è di quelle che generalmente occupano i più seguiti network e social dedicati all’architettura; la sua posizione è invece quella che non ti aspetti, o meglio quella a cui pochi fanno caso.
Si tratta di “un piccolo gesto plastico”, come lo definiscono gli stessi progettisti di Bodàr (Bottega d’Architettura), che ha trasformato con segni calibrati – quasi chirurgici – un vecchio fabbricato edilizio in una piccola architettura, nascosta in una altrettanto piccola località di “provincia”.
Dopo averlo visto sullo schermo dello smartphone, siamo andati a scovare questo progetto per misurarne, sul posto, la composizione della scatola muraria e il rapporto con il suo contesto per confermare se il like virtuale (mentre scriviamo, oltre 4280 quelli ricevuti dalla foto del prospetto principale, sulla pagina Facebook Amate l’Architettura) corrispondesse alla reale percezione dell’opera.
L’edificio a due piani fuori terra, oltre un piccolo terrazzo, sorge in fregio ad una stretta stradina, uguale a tante altre disposte in parallelo e che conducono al mare, distante una manciata di passi. Siamo a Furnari (Messina) e più precisamente nella frazione di Tonnarella che porta nel suo nome la sua perduta identità di borgo dedito alla pesca.
Alle cime, alle reti e al ciclo economico della pesca, si è sostituito nel tempo quello legato al turismo e all’urbanistica delle seconde case. Un borgo che si è allargato, dalla spiaggia verso l’interno, come una piccola marea di costruzioni indipendenti e residence, capaci di sostituire progressivamente il vecchio tessuto edilizio.
Il confronto fotografico tra lo stato di fatto e l’opera compiuta mostra con la schiettezza dell’immagine, come pur mantenendo i dati essenziali del prospetto (porta di ingresso e finestra al piano terra, porta/finestra con balcone e finestra al piano primo), l’intervento di Bodàr scarnifichi il volume, definito di matrice vernacolare e spontanea, per comprimere la scatola muraria nei punti dove lo spazio privato guarda – e si fa guardare – dallo spazio pubblico.
La strombatura di porte e finestre, già presente in forma semplice anche nel vecchio edificio, viene esasperata e ancor più evidenziata grazie al cambio di colore che passa dai toni chiari del prospetto a quelli scuri degli sguinci/cornici, disegnate per rendere obliqui i tagli murari e raccogliere fino all’ultimo raggio di luce del giorno.
Il progetto si mantiene fedele alla tipologia edilizia originaria, impostata su un tipico lotto stretto a allungato tra i due muri di confine e con un piccolo cortile ricavato nell’angolo opposto rispetto all’accesso dalla strada.
Questa “nuova” casa per vacanze ha tre camere al piano terra e due al primo piano, tutte distribuite dalla scala – spostata dal progetto in modo da essere baricentrica alla composizione – che infine conduce al nuovo terrazzo in cui il corpo di servizio con la cucina coperta con un solo spiovente, viene trattato con la stessa tonalità di finitura delle strombature, variazione volumetrica, accentuato da un taglio sulla giunzione con il parallelepipedo sottostante.
Questo intervento consapevole di lavorare su una destinazione d’uso estremamente diffusa, quella della ricettività, ha intrapreso la strada della distinzione formale del suo contenitore. Riuscendoci. La discontinuità con i processi costrittivi emulativi del passato è netta e questo basta per confermare anche un like reale.
Bottega di Architettura
Bottega di Architettura è uno studio di architettura nato nel 2003 e che ha sedi a Barcellona Pozzo di Gotto (Messina) e Firenze, composto da Francesco Messina, Giuseppe Messina e Marco Messina. Bodàr è anche “un programma culturale” che si traduce in una personale forma di ricerca, sospesa tra linguaggio e forma della disciplina dell’Architettura. Bodàr, all’interno del raggruppamento guidato dallo Studio Corvino+Multari, ha conquistato il terzo posto nel concorso per il Parco del Ponte, l’intervento per la sistemazione della Val Polcevera in corrispondenza del nuovo Ponte Morandi, concorso internazionale vinto dall’architetto Stefano Boeri.